Corea del Nord, Cia avverte Donald Trump: “Si rischia una guerra nucleare”

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2018 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Il direttore della Cia, Mike Pompeo, ha avvertito Trump dei rischi con la Corea del Nord

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un (Foto Ansa)

WASHINGTON –  Mike Pompeo, direttore della CIA, informa Trump sui rischi e sull’opportunità di un attacco circoscritto alla Corea del Nord. Al pubblico presente al conservatore American Enterprise Institute il capo della CIAn non ha voluto parlare della “saggezza di un attacco preventivo” su Pyongyang o del programma di armi nucleari. Ma in rari interventi pubblici Pompeo ha descritto la Corea del Nord come una priorità urgente per la CIA e ha rivelato alcuni aspetti del suo ruolo nel fermare il programma nucleare di Kim Jong Un durante il primo anno a Langley, sede centrale dell’agenzia d’intelligence, scrive il Daily Beast.

Kim è un uomo razionale, secondo la valutazione della CIA. Ma è meno chiaro se prenda sul serio la prospettiva di un attacco agli Stati Uniti, evento che potrebbe gettare il mondo in un devastante conflitto nucleare.

Pompeo non dice se esistano opzioni per Trump di attaccare la Corea del Nord, a meno di scatenare una guerra nucleare. Gli analisti avvertono che nel caso di un attacco circoscritto, se la Corea del Nord dovesse reagire e scatenare un’escalation, porterebbe a una guerra di questo tipo.

Pompeo ha invece indicato che l’amministrazione sta sviluppando un ventaglio di opzioni che vanno dalla diplomazia alla guerra, per cui Trump non dovrà far fronte a una scelta binaria tra inazione e potenziale devastazione nucleare.

Un ex spia nordcoreana, Kim Hyon-hui, ha dichiarato a NBC News che l’obiettivo di Trump di denuclearizzare un Paese, nuclearizzato da oltre un decennio, non è realizzabile con la sola diplomazia: “La Corea del Nord non rinuncerà alle armi nucleari, sono un’ancora di salvezza”.

Trump ha dato motivo di dubitare della dichiarazione di Pompeo, secondo cui è possibile risolvere pacificamente la crisi nucleare della Corea. A ottobre ha detto che il segretario di Stato, Rex Tillerson, nel tentativo di negoziare con Kim stava “sprecando tempo”.

Il mese scorso, dopo che Tillerson ha dichiarato pubblicamente di essere disposto a parlare con la Corea del Nord senza alcuna condizione preliminare, la Casa Bianca lo ha di nuovo stoppato. Tutto ciò è seguito alla dichiarazione di agosto di Trump in cui avvertiva il dittatore che ogni provocazione sarebbe stata accolta “con fuoco e furia mai visti al mondo”.

A CBS news di recente Pompeo ha detto che la Corea del Nord è stata lontana solo una “manciata di mesi” dall’essere in grado di lanciare un missile balistico intercontinentale sugli Stati Uniti.

Le Olimpiadi invernali a Pyeongchang, Corea del Sud, sono ormai prossime e c’è il diffuso timore che i giochi rappresentino solo una pausa nello scontro tra Trump e Kim. L’esercito americano sta prendendo sempre più provvedimenti per preparare quelle che descrive come contingenze di routine, ad esempio un incremento delle perforazioni e uno spiegamento di operazioni speciali, concentrandosi sulla prospettiva di una guerra nella penisola coreana.

La Corea del Nord parteciperà alle Olimpiadi, definite dal presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, un’opportunità diplomatica per allentare le tensioni. Recentemente, le due Coree si sono incontrate dopo due anni per i primi colloqui diplomatici, da cui gli Stati Uniti sono stati esclusi.

Seul, capitale della Corea del Sud, è una città di 10 milioni di persone, e in caso di conflitto con la Corea del Nord, data la spaventosa gamma di armi della nazione di Kim Jong-Un, sarebbe annientata nella fase iniziale della guerra.

Pyongyang ha annunciato che il primo giorno delle Olimpiadi, l’8 febbraio, sarà una festa nazionale che celebrerà l’esercito, una dimostrazione della capacità militare e al contempo, mentre il mondo è riunito per i Giochi, una tacita minaccia.

Gli organi di propaganda di Stato della Corea del Nord hanno ritratto i programmi nucleari e missilistici incentrati esclusivamente sugli Stati Uniti, ma Pompeo ha sostenuto che Kim non vede il suo arsenale nucleare limitato a scoraggiare gli Usa da un attacco e preservare il suo dominio.

“Crediamo che Kim Jong Un, sia pronto a utilizzarlo per situazioni che vanno oltre la semplice protezione del regime, ossia per raggiungere il suo obbiettivo finale: la riunificazione della penisola coreana sotto la sua guida”, ha dichiarato Pompeo, aggiungendo: “Rappresenta una minaccia per il mondo intero”.