Mondiali di Calcio 2018: Russia sotto accusa per il massacro dei cani randagi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2018 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA
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Mondiali di Calcio 2018: Russia sotto accusa per il massacro dei cani randagi

MOSCA – A sei mesi al fischio d’inizio dei Mondiali di calcio, la Russia è finita sotto accusa per il massacro dei cani randagi presenti nelle 11 città che quest’estate ospiteranno la Coppa del Mondo. Attualmente si calcola che siano circa due milioni i cani e gatti randagi in Russia. Non si sa quanti girano per le 11 città interessate dall’evento, ma di certo centinaia di migliaia. Le associazioni animaliste locali denunciano vere e proprie battute di caccia e soppressioni di massa per i randagi catturati.

Lo spiega anche Vladimir Burmatov, capo del comitato per la protezione ambientale della Camera russa, che ha deciso di scrivere una lettera al ministro dello sport Pavel Kolobkov, invitandolo a chiedere alle autorità regionali delle sue città ospitanti di praticare “metodi umani” nella gestione del “problema randagi”: “E’ una questione di reputazione del nostro paese, perché non siamo selvaggi, non possiamo commettere un omicidio di massa di animali per le strade, gettando i loro cadaveri insanguinati in veicoli e li guida in città”.

Come scrive Fulvio Cerutti per La Stampa:

Almeno 90 mila persone hanno firmato una petizione su Change.org invitando il presidente Putin,il tecnico della Russia Stanislav Cherchesov e il presidente della Fifa Gianni Infantino a fermare la diffusa uccisione di cani a Volgograd, dove l’Inghilterra giocherà la sua prima partita di Coppa del Mondo contro la Tunisia su 18 giugno. «Meritano di rimanere tra i vivi. Fianco a fianco con la gente, che ha difeso la città di Stalingrado durante la Grande Guerra Patriottica!» ha detto Vladimir Burmatov riferendosi al nome sovietico della città.

Ora bisognerà capire se questa soluzione verrà realmente messa in pratica. C’è chi, come Olga Korzinina attivista dell’associazione A Dog’s Life, è scettica: «La terribile epurazione è già iniziata» – dice Korzinina al Telegraph raccontando anche sul sito dell’associazione come in molte città si proceda a battute di caccia, avvelenamenti e si utilizzino tranquillanti che immobilizzano i cani che poi muoiono di asfissia in 15 minuti di terribili sofferenze.