Vendite giornali giugno 2022, perso 126 mila copie il digitale non cresce, il Governo ci manda a morire

Vendite giornali giugno 2022, perse altre 126 mila copie, il digitale cresce troppo poco, di 25 mila e gli ignavi del Governo ci mandano a morire

di Sergio Carli
Pubblicato il 15 Agosto 2022 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA
Vendite giornali giugno 2022, perse altre 126 mila copie, il digitale cresce troppo poco, di 25 mila e gli ignavi del Governo ci mandano a morire

Vendite giornali giugno 2022, perse altre 126 mila copie, il digitale cresce troppo poco, di 25 mila e gli ignavi del Governo ci mandano a morire

Le vendite in edicola dei giornali quotidiani italiani nel mese di giugno confermano la crisi.

Un altro dieci per cento del mercato si è dileguato. Se continua così, a colpi di 100 mila copie perse ogni anno, nel giro di una dozzina d’anni non ci sarà più una copia di carta in circolazione.
Che fine farà la più o meno libera ma abbastanza variegata informazione professionale nella nostra cara Italia?
Resteranno le varie “Bestie” e i social network, roba buona per gli zombie di Beppe Grillo.

Forse alla masnada di incapaci che affolla destra e sinistra senza soluzione di continuità va meglio così.
Da come si sono comportati Governi e Parlamenti da Berlusconi in giù si direbbe che questo è il destino riservato dal Potere Politico alla stampa italiana. Una lenta e inesorabile morte per inedia.
Un po’ i giornalisti se la sono cercata. Hanno esultato è un po’ contributo alla morte della Democrazia Cristiana sognando un futuro comunista guidato da gente come Massimo D’Alema che teorizzò: guardate la tv, non leggete i giornali.
Il rapporto fra politici e giornali è difficile da sempre e sotto tutte le latitudini  L’unico che in questi ultimi 20 anni ha provato a fare qualcosa fu, ai tempi del primo governo Prodi, Arturo Parisi, che fu sottosegretario all’editoria.
Il frutto del suo lavoro fini come l’Okawango per la secolare litigiosità dei toscani.
Poi di peggio in peggio.

Se non c’era Draghi ai poveri giornalisti avrebbero portato via anche le pensioni.
Sarebbe invece indispensabile in questo momento di tragica crisi un duplice intervento pubblico. Uno finalizzato a una drastica riduzione del costo del lavoro, fiscalizzando gli oneri sociali.
L’altro con una gestione coordinata, centralizzata della innovazione tecnologica. Non con soluzioni improbabili come la Netflix italiana.
Come ieri la forza dei giornali erano le rotative e i furgoni della distribuzione, acciaio e ferro e motori, domani tutto dipenderà da quell’impalpabile, misterico, indefinibilmente arcano regno del software.
I risultati di questa auspicabile evoluzione sembrano purtroppo modesti.
A fronte di poco più di 1,1 milioni di copie vendute in edicola nel giugno del 2022, gli abbonamenti digitali sono stati 439 mila, appena 25 mila in più sul 2021. Cioè: l’edicola vende un 10% in meno di copie di carta mentre quelle digitali non prendono momento, crescendo solo del 6%. A fronte dei 25 mila abbonamenti in più, ci sono 126 mila copie perse in edicola. All’interno del numero ci sono miglioramenti e peggioramenti ma qui mi limito al dato complessivo.
Negli anni ‘60 e ‘70 i giornali erano dati per spacciati. Poi arrivò la legge 81 del 1981, che inaugurò un ventennio glorioso, si arrivò a vendere sette volte il numero di copie di oggi.
Ma allora c’erano gli odiati democristiani. E c’era Giovannini.

La tabella con le vendite dei giornali nel mese di giugno 2022

Quotidiani
Giugno 2022 Giugno 2021 2022 su 2021
L’Adige 8.268 9.111 0,90
Alto Adige 3.765 4.376 0,86
L’Arena 16.306 17.563 0,92
Avvenire 5.215 5.243 0,99
Il Centro 8.378 8.887 0,94
Corriere Adriatico 8.317 8.921 0,93
Corriere della Sera 146.883 157.034 0,93
Corriere delle Alpi 3.726 3.854 0,96
Corriere dello Sport 37.068 42.377 0,87
Corriere dello Sport lun. 36.892 42.560 0,86
Corriere Umbria 4.641 4.634 1,00
Dolomiten 4.958 5.386 0,92
L’Eco di Bergamo 13.366 15.082 0,88
Editoriale Oggi 2.483 2.818 0,88
Il Fatto Quotidiano 23.201 25.141 0,92
Gazzetta del Sud 9.528 10.700 0,89
Gazzetta di Mantova 10.539 11.824 0,89
Gazzetta di Modena 5.000 5.211 0,95
Gazzetta di Parma 11.880 13.321 0,89
Gazzetta di Reggio 5.432 5.924 0,91
Gazzetta dello Sport 91.758 93.008 0,98
Gazzetta dello Sport lun. 86.879 89.352 0,97
Il Gazzettino 30.891 34.045 0,90
Il Giornale 29.360 35.571 0,82
Giornale di Brescia 13.551 15.025 0,90
Giornale di Sicilia 6.059 6.837 0,88
Giornale di Vicenza 14.044 15.523 0,90
Italia Oggi 7.711 7.031 1,09
Libero 18.002 21.797 0,82
Libertà 12.053 13.653 13.653
Il Manifesto 6.069 6.783 0,89
Il Mattino 15.649 17.438 0,89
Il Mattino di Padova 11.133 12.204 0,91
Il Messaggero 47.037 51.268 0,91
Il Messaggero veneto 25.506 28.682 0,88
La Nuova Venezia 5.006 5.674 0,88
La Nuova Ferrara 4.258 4.588 0,92
La Nuova Sardegna 18.797 21.283 0,88
Nuovo quotidiano Puglia 6.546 6.481 1,01
Il Piccolo 11.654 13.761 0,84
La Provincia Co-Lc-So 11.962 13.252 0,90
Provincia di Cremona 8.754 9.682 0,90
La Provincia Pavese 6.750 7.573 0,90
Il Giorno 18.293 20.318 0,90
Il Resto del Carlino 62.252 69.004 0,90
La Nazione 40.646 46.600 0,87
Repubblica 83.002 103.899 0,79
Il Secolo XIX 21.838 24.297 0,89
La Sicilia 6.282 7.131 0,88
Il Sole 24 Ore 23.950 31.707 0,75
La Stampa 66.331 70.458 0,94
Il Tempo 6.503 7.288 0,89
Il Tirreno 22.507 24.195 0,93
La Tribuna di Treviso 6.720 7.722 0,87
Tuttosport 23.138 26.495 0,87
Tuttosport lun. 22.457 25.875 0,86
L’Unione Sarda 23.828 26.663 0,89
La Verità 25.581 22.672 1,12
Totale 1.183.264 1.309.556 0,90