Conte, le gaffes volontarie del premier teleguidato da Casaleggio e Di Maio

di Carlo Luna
Pubblicato il 7 Giugno 2018 - 13:37 OLTRE 6 MESI FA
Conte, le gaffes volontarie del premier teleguidato da Casaleggio e Di Maio

Conte, le gaffes volontarie del premier teleguidato da Casaleggio e Di Maio

ROMA – Quello sulla “presunzione di colpevolezza”, evocata da Conte a Montecitorio, per alcuni è stato solo un errore dovuto alla tensione. Se l’avesse fatto un architetto potremo anche essere d’accordo, ma da un avvocato, sia pure civilista, è stupefacente visto che nel nostro ordinamento è prevista solo la presunzione di “innocenza”. Il Foglio sostiene [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] che ci sarebbe la mano del magistrato Piercamillo Davigo secondo il quale “non esistono innocenti; esistono solo colpevoli non ancora scoperti”.

La gaffe più clamorosa e politicamente di assoluta gravità riguarda Mattarella. Conte ha detto di provare amarezza perché sui social è stato offeso “un congiunto” del Capo dello Stato. E’ francamente impossibile che un professore di 53 anni, dal curriculum così ampio e pesante, citi un “congiunto” senza specificarne il nome. Quando Piersanti fu assassinato dalla mafia e morì fra le braccia del fratello Sergio, la notizia fece il giro del mondo.

Conte, anche se all’epoca era impegnato a impinguare il proprio curriculum nella biblioteca di qualche università americana, non poteva non saperlo. Ciò che è imperdonabile, tuttavia, non è qualche messaggio becero sui social, ma che uno dei padrini di Conte, Luigi Di Maio, abbia minacciato di impeachment il Presidente della nostra Repubblica, e dopo 24 ore abbia cambiato parere. Un comportamento deplorevole, al quale Conte non ha minimamente accennato. Ne avrebbe potuto farlo.

Il nome di Piersanti Mattarella nell’aula di Montecitorio è stato ricordato, con opportuna aggressività, da Graziano Delrio che insieme a Maurizio Martina ha contestato radicalmente impostazioni e programmi del Governo giallo verde. “Lei dice di parlare a nome del popolo – ha detto Delrio- ma tutte le dittature sono cominciate in nome del popolo”. Il riferimento alla Repubblica di Weimar e alla nascita del nazismo è sembrato palese.

Fra mille difficoltà, per il PD inizia da oggi una lunga marcia che dovrà caratterizzarsi con una forte opposizione sulle singole proposte del Governo , ma soprattutto con la difesa intransigente della democrazia parlamentare che in 72 anni di Repubblica non è stata mai messa in discussione. Ci voleva uno come Conte, teleguidato da Di Maio e Casaleggio, per mettere in cantiere una follia del genere.