Emanuela Orlandi, il flop dell’ultima bufala, il Pm del Vaticano G.P. Milano apre un’inchiesta?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 24 Novembre 2018 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi, il flop dell'ultima bufala, il Pm del Vaticano Gian Piero Milano (nella foto) apre un'inchiesta?

Emanuela Orlandi, il flop dell’ultima bufala, il Pm del Vaticano Gian Piero Milano (nella foto) apre un’inchiesta?


Anche nel mistero Orlandi il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi? Ora che è crollata ANCHE l’ennesima cantonata – o montatura? –  vale a dire quella sulle ossa umane trovate a fine ottobre nell’ambasciata vaticana in Italia (e S. Marino), cerchiamo di vedere come è nata. Stando alle ultime notizie, sembra abbia intenzione di capirlo anche il Procuratore di giustizia del Vaticano Gian Piero Giuseppe Milano, che su questa storia pare voglia aprire un apposito fascicolo.
Milano sembra essere un osso duro.
Nato a Voltaggio (Alessandria) nel 1947, nominato procuratore di giustizia da Papa Francesco, si è occupato con fermezza dei più clamorosi casi di giudiziaria che hanno scosso le mura vaticane negli ultimi anni. Un po’ di tutto: pedofilia, frode finanziaria, droghe, spionaggio e tradimento. Ha seguito le indagini che hanno portato all’arresto del monsignore Lucio Ángel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, ex membri della Commissione Referente di studio e indirizzo sugli enti economici e amministrativi della Santa Sede. Anche il processo al “maggiordomo” di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, era stato condotto da Gian Piero Milano. Poi toccò all’ex arcivescovo Jozef Wesolowski.
Ma andiamo per ordine. 
Le ossa sono state trovate sotto una cantina interrata della abitazione del custode dell’ambasciata – meglio nota come Nunziatura Apostolica, sede a Villa Giorgina in via Po, Roma – da una squadra di operai intenti a ristrutturarla anche per impermeabilizzare la parte inferiore del pavimento dello scantinato. Era il pomeriggio di venerdì 26 ottobre. Poiché la Nunziatura pur essendo un’ambasciata non gode dell’extraterritorialità completa, ma solo di quella di grado 3, che consiste solo in alcune esenzioni  (dal pagare l’ICI, ecc.), il Vaticano ha dovuto avvertire anche le autorità italiane mettendo così in moto magistratura e polizia. Passato il fine settimana, la polizia scientifica il 29 e il 30 ha fatto alcuni sopralluoghi e il suo reparto regionale competente, quello del Lazio, s’è reso subito conto che si trattava di ossa molto vecchie: resti umani di vecchie sepolture, di quando i cimiteri non esistevano ancora o vittime dei tedeschi quando verso la fine della seconda guerra mondiale occupavano Roma. Non dimentichiamo infatti che Villa Giorgina era proprietà di cittadini romani ebrei e che è diventata del Vaticano solo quando dopo la guerra l’ultimo proprietario gliel’ha donata come ringraziamento per essere stato aiutato a sfuggire ai nazisti. 
Oltre al reparto laziale sono arrivati, anche uomini del Servizio di Polizia Scientifica, il reparto centrale di tale polizia, guidato dal questore Fausto Lamparelli.
Fra i consulenti di Chi l’ha visto? c’è o c’era anche l’ex poliziotto della Squadra Mobile di Roma Pasquale Viglione, che conosce bene i rigiri del caso Orlandi per essere stato lui a interrogare Sabrina Minardi all’epoca del can can scatenato dalla stessa “supertestimone” Minardi, culminato con l’apertura della tomba di Enrico De Pedis, il fantomatico “boss della Bada della Magliana”, per controllare se davvero, come si favoleggiava dal settembre 2005 grazie a una telefonata anonima a “Chi l’ha visto?”, nella bara ci fosse anche Emanuela Orlandi. E magari, per fare buon peso, anche Mirella Gregori, sparita qualche settimana prima di Emanuela. Minardi prima ha detto che Emanuela era stata “impastata” a Torvajanica in una betoniera da De Pedis e poi ha invece sostenuto che era stata fatta espatriare viva con una barca. 

La lunga e grottesca bolla di sapone Minardi/De Pedis, finì con l’archiviazione chiesta e ottenuta dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, col suggello anche della Cassazione. L’allora capo della Mobile, Vittorio Rizzi, prima di iniziare una serie di importanti passi avanti nella carriera fino ad arrivare a questore,  aveva inviato alla Procura un dettagliato rapporto in cui smentiva una fantasiosa ricostruzione di Chi l’ha visto?.
 Andato in pensione, Viglione era diventato collaboratore di “Chi l’ha visto?” con un contratto di collaborazione per 20 puntate, come da lui stesso annunciato su Facebook.
Viglione è sempre stato convinto che Emanuela sia sparita per opera della banda della Magliana, modo elegante per dire Renato De Pedis, da avere scritto su Facebook a Pietro Orlandi:
“Quanto ti invito a fare una sintesi e, credere di più alla pista della BdM [Banda della Magliana], non lo dico per sentito dire ” ma è una fonte che non posso rivelare.” 
Questi i FATTI. Che preferiamo non commentare. Chissà se il Procuratore di giustizia Milano riuscirà a chiarire chi ha appiccato questo nuovo grande fuoco di paglia.