Alessandro Meluzzi: “Salvini e Di Maio? Unica soluzione è tornare alle urne”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2018 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Salvini o Di Maio al governo? Per Alessandro Meluzzi si torna alle urne

Alessandro Meluzzi: “Salvini e Di Maio? Unica soluzione è tornare alle urne”

ROMA – Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono “alternativi e antagonisti” e l’unica soluzione per formare un governo è tornare alle urne con un’altra legge elettorale: ne è convinto Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore e politico.

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Meluzzi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Sulla formazione del nuovo governo:

“La questione è che l’elettorato italiano si è spaccato fondamentalmente su due grandi questioni: il sud che vuole prevalentemente il reddito di cittadinanza e il nord che ha votato soprattutto perché intimorito in maniera sacrosanta da un’onda migratoria afro-islamica che sta scuotendo dalle basi le radici della sicurezza della civiltà europea ed italiana.

In tale contesto, Salvini sarebbe folle se facesse un’alleanza con Di Maio senza il resto del centrodestra rinunciando ad essere leader di quella metà del Paese che li ha votati. Questo sicuramente non avverrà perché Salvini è un politico saggio e consumato nell’esperienza. Allora è possibile un’alleanza politica strutturata tra il centrodestra nel suo complesso e il M5S? Purtroppo la risposta è no. Ma si può immediatamente tornare alle elezioni con la medesima legge elettorale?

Anche qui la risposta temo che sia no su un piano di razionalità. Allora forse converrebbe pensare ad un governo di breve durata, per fare una legge maggioritaria e riportare il Paese alle urne, facendo decidere agli italiani chi sono i leader del futuro. Io credo che ormai la dicotomia si risolva ad un’apertura di discussione bipolare tra Salvini e Di Maio, che sono tra di loro alternativi e antagonisti. Salvini rappresenta una destra europea, sovranista, che vuole difendere i valori nazionali in un’Europa delle nazioni.

Di Maio invece è l’espressione di un ufficio pubblicitario di Milano, la Casaleggio e Sassoon, ovvero quel mondo finanziario internazionale globalista e antisovranista che è l’esatto opposto di Salvini. In questa logica fare un pasticcio non favorirebbe neanche il bipolarismo di domani. Bipolarismo al quale l’Italia è abituata e a cui sarebbe difficile rinunciare. Servirebbe un governo di scopo per fare la legge elettorale e tornare alle urne. Chi potrebbe fare il premier?

Un costituzionalista, se ne possono trovare molti anche tra ex presidenti decorosi della Corte Costituzionale. Con una maggioranza non politica ma di scopo, dovrebbe condurre il Paese a un bipolarismo accettabile. Io credo che nel futuro l’alleato naturale dei 5 Stelle sia il Pd, perché hanno le stesse posizioni antisovraniste, migrazioniste e islamizzanti. Invece Salvini, Meloni e quello che resta di Forza Italia siano su una posizione più simile a quella di grandi aggregazioni politiche che anche in Europa si stanno formando per evitare che l’Europa diventi un mondo afroislamizzato come vuole una larga parte di elite mondiale finanziaria, già preconizzata da Oriana Fallaci 30 anni fa”.

Sulla nomina del tesoriere del M5S con la terza media, ha replicato:

“Il tesoriere di un movimento politico, facendo fundraising, è totalmente eterodiretto. I tesorieri sono quelli che nelle società finanziarie vengono definiti teste di legno, cioè gente che deve solo mettere la firma senza avere nulla da rischiare in proprio, neanche dal punto di vista dell’immagine. Infondo era un po’ così anche nei partiti della prima Repubblica quindi la cosa non mi stupisce più di tanto”.

Sull’allerta terrorismo e la proposta di Salvini di chiudere i confini:

“Sono assolutamente d’accordo con Salvini. Il Paese sta correndo dei rischi grandissimi. Lo stesso Minniti che fino a ieri diceva che non c’era nessun pericolo adesso dice che il Paese è esposto a rischi paurosi. Anche questo cambio di passo nell’immagine delle cose mi sembra emblematico.

D’altra parte ci sono sulla via del ritorno alcune decine di migliaia di foreign fighters che hanno combattuto in Siria e in Iraq sotto le bandiere dell’Isis, guidati da tecnici nordamericani, anglosassoni e israeliani e quindi sono perfettamente formati. L’invenzione e la creazione dell’Isis è servita a cercare di abbattere il cattivo Assad, ad instaurare un sistema sunnita finanziato dall’Arabia Saudita in quei Paesi e a cacciare Putin da quell’area. La cosa non gli è andata bene finora, ma si tratta comunque si soldati molto addestrati e motivati quindi il rischio è formidabile”.