Di Maio detta condizioni: “Governo senza M5s insulta la democrazia”. Pd e centrodestra si muovono

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2018 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Di Maio detta condizioni: "Governo senza M5s è insulto alla democrazia"

Luigi Di Maio detta condizioni: “Governo senza M5s è insulto alla democrazia”

ROMA – “Un governo senza M5s sarebbe un insulto alla democrazia”. Così Luigi Di Maio, in diretta sul suo account Facebook, parla agli elettori 5 Stelle dopo il trionfo alle elezioni e fissa i paletti per i possibili accordi dei prossimi giorni. Si dice aperto “a tutte le forze politiche”, ma quello che verrà sarà, senza se e senza ma, “un governo presieduto da me“. E così Pd e centrodestra si muovono, perché allearsi per un governo con M5S comporta escludere in un caso il centrodestra e nell’altro il Pd.

“Il nuovo governo – dice Di Maio – dovrà rispettare la volontà dei cittadini che con oltre il 32% hanno votato un programma e una squadra. Noi abbiamo aperto a tutte le forze politiche, abbiamo chiesto a tutti responsabilità per far partire un governo presieduto da me“.

“Noi siamo determinanti, un governo senza di noi non si può fare e tutti dovranno parlare con noi – ha spiegato – a meno che non decidano di fare un governo con tutti contro di noi. Sarebbe un insulto per la democrazia, ma a quel punto prepariamo i pop corn perché sarebbe la loro fine”.

E ancora: “Noi vogliamo discutere in modo trasparente sui temi. Io vi aggiornerò personalmente su tutti i passaggi, noi siamo forti perché dobbiamo rendere conto solo a voi. Da me avrete sempre la massima trasparenza, vi aggiornerò presto”.

Di Maio apre anche a un accordo sulla presidenza delle Camere: “Noi per le individuazione delle presidenze delle Camere siamo aperti a tutte le forze ma chiaramente pretenderemo il riconoscimento del voto degli italiani che ci hanno indicato come prima forza del Paese”.

Prove di dialogo anche da Forza Italia, con Renato Brunetta, che apre a tutto campo, “non solo al Pd, ma anche al M5s”. Intervistato da Avvenire, il capogruppo Fi auspica “il dialogo per le presidenze delle Camere”.

Un accordo sulle presidenze va bene pure al centrosinistra, con il padre della legge elettorale, Ettore Rosato, che afferma: “Quella non è materia di governo ma argomento istituzionale. Penso sia normale che tutti i gruppi si siedano e dialoghino tra di loro per capire come costruire un assetto istituzionale più rappresentativo possibile”.

Di Maio attacca quindi il Rosatellum, che “i partiti hanno avuto la responsabilità di votare pur sapendo che avrebbe generato caos e instabilità, anzi proprio per questo l’hanno votata”. E spiega: “Io sono molto sereno e invito gli italiani a stare tranquilli. NOn è più il momento di guardare la politica con distacco ma è il momento di stare uniti, noi abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra forza, è stato il segreto della campagna elettorale e sarà l’arma fondamentale per affrontare questa delicata fase”.