Roma, maiale tra i rifiuti. Quando Grillo scriveva “metafora di chi governa la città”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 12 Gennaio 2018 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA
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Roma, maiale tra i rifiuti. Quando Grillo scriveva “metafora di chi governa la città”

ROMA – Incredibile a Roma: Beppe Grillo dà del maiale alla sindaca Raggi e alla sua giunta, clamorosamente in difficoltà sul tema rifiuti. Tutto vero, ma è successo quattro anni fa quando al Campidoglio c’era Marino e la giunta era targata Pd. Allora Grillo scrisse, dopo la pubblicazione di una foto di alcuni maiali che grufolavano intorno ai cassonetti romani strabordanti: “Finalmente la giunta ha trovato un sistema rapido, biologico, a chilometro zero e veloce per smaltire i rifiuti. Basta discariche, largo ai maiali. Che sono pure una simpatica metafora per tutti i personaggi che fino ad oggi hanno ridotto lo smaltimento rifiuti della città a livelli da quarto mondo”. Oggi a governare la città eterna dove i cassonetti continuano ad essere strabordanti c’è invece la grillina Raggi. I maiali li fotografa Giorgia Meloni e la voce di Grillo non si sente.

A ricordare le parole in qualche modo profetiche dell’ex comico genovese è Mattia Feltri su La Stampa. Profetiche almeno nel passaggio “tutti i personaggi che fino ad oggi hanno ridotto lo smaltimento rifiuti della città a livelli da quarto mondo”, dove quel ‘fino ad oggi’ sembra anticipare la silenziosa assoluzione che oggi Grillo di fatto dà alla sua sindaca. Oggi come allora, e anzi peggio di allora, la situazione rifiuti della Capitale è in evidente crisi. La raccolta procede a rilento, la differenziata non va e i valzer su dove spedire le tonnellate di spazzatura che Roma non può smaltire anima tanto le cronache quanto il dibattito politico. In più rispetto a quattro anni fa oggi siamo in piena campagna elettorale, e il sospetto che la gestione rifiuti di Roma possa essere usata come un’arma, dall’una come dall’altra parte, è quasi istintivo. Arma che, nemmeno a dirlo, consumerebbe la sua missione sulla pelle dei cittadini romani che, oltre ad avere un pessimo servizio, sono anche tra quelli che pagano più addizionali comunali e regionali.

Stessa situazione e stessi maiali dunque. Oggi a rendere pubblica la foto che immortala il suino con il muso tra i sacchetti ai piedi di un cassonetto è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Che abbia o meno scattato lei la foto poco conta. Quel che conta è che un’identica immagine a 48 mesi di distanza passa dall’essere un’arma contro il sindaco Marino (tra l’altro condannato ieri a 2 anni in Appello per la vicenda degli scontrini), a uno strumento demagogicamente usato dalle opposizioni che non merita nemmeno un post piccolino sul blog. Ieri i maiali erano una metafora per descrivere gli amministratori romani e oggi, al massimo, sono degli animali maltrattati.

Dire che le colpe di come Roma è sommersa dai rifiuti siano solo di Virginia Raggi e della sua giunta sarebbe ingeneroso oltre che falso. Ma falso, e ipocrita, è anche far finta che la sindaca e i suoi tanti assessori siano innocenti. Lei e i 5Stelle non sono infatti arrivati al Campidoglio ieri, sono ormai molti mesi che sono là e le scelte fatte, come quelle non prese, sono responsabilità loro. Non ci sono scuse o rimpalli di responsabilità che tengano perché amministrare significa proprio questo: assumersi le responsabilità delle proprie scelte. Responsabilità che, scendendo dalla res publica alla res privata, dovrebbero prendersi i cittadini romani che non sembrano essere campioni di civiltà.

Nel raccontare le escursioni dei maiali romani, Feltri ha ritrovato un sonetto di Trilussa che merita di essere citato:

“Che? – fecero le vacche – già ritorni?

Dunque la società poco te piace…

No – disse er porco – so’ minchionerie!

Io ce starebbe bene: me dispiace

che ce se fanno troppe porcherie…”.