Cerberus, la app antifurto per telefono. E per chiedere aiuto se sei in pericolo

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 7 Marzo 2019 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA
Cerberus, la app antifurto per telefono. E per chiedere aiuto in caso di aggressione

Cerberus, la app antifurto per telefono. E per chiedere aiuto in caso di aggressione

MILANO – C’è chi si fa i selfie e chi è più interessato ai theftie, gli autoscatti che incastrano i ladri di smartphone. C’è chi, anziché con la tata, controlla le attività virtuali dei figli con una app, e chi a quella stessa app si affida in caso di pericolo, magari una ragazza che torna a casa da sola la sera. Grazie ad una suite di servizi con tre teste: si chiama Cerberus ed è tutta italiana. 

Creato nel 2011 da Luca Sagaria, 37 anni e una vita divisa tra l’originaria Calabria e Milano, Cerberus si è diffuso rapidamente tra gli utenti Android di tutto il mondo, dal Brasile agli Stati Uniti, dalla Germania all’Italia, grazie alle sue tre applicazioni: l’antifurto per telefono, la app Persona per la sicurezza personale, e la app Kids per la sicurezza dei figli. 

Ma le tre teste di Cerberus sono anche altre, come spiega Sagaria: “Il nome indica la tripla protezione per il telefono attraverso il controllo remoto dal sito, via sms e con gli avvisi automatici personalizzati”. Tramite il pc grazie a Cerberus si può controllare, con le tre app, chi ci dovesse rubare il telefono, ma anche chiedere aiuto o monitorare l’attività dei nostri figli. 

In particolare Persona, l’applicazione dedicata alla sicurezza personale, permette di condividere la propria posizione in tempo reale quando ci si trova in situazioni di pericolo semplicemente scuotendo il telefono o cliccando cinque volte sul pulsante dell’accensione. Così si fa scattare l’allarme che arriva alle persone che abbiamo scelto in precedenza e si segnala loro la nostra posizione per un’ora. Un’applicazione che in futuro potrebbe essere ancora più efficace se si riuscisse – cosa a cui gli ingegneri di Cerberus stanno lavorando – a lanciare la richiesta di aiuto direttamente alle forze dell’ordine. 

Del resto le tre app del cane mitologico si sono già rivelate utili per le forze dell’ordine in diversi casi di furto di smartphone in tutto il mondo, dal Brasile al Messico, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna. E per molte persone ormai abituate a tenere il cellulare costantemente in mano, come una moderna appendice degli arti, poter inviare una silente ma efficace richiesta d’aiuto semplicemente con una mossa non è cosa da poco. Ma Cerberus ha pensato anche ai bambini: con Kids i genitori possono monitorare l’utilizzo delle app da parte dei propri figli e controllare dove si trovano, stabilendo anche una zona sicura (come può essere la scuola) e ricevendo un avviso se i loro piccoli lasciano quella zona anzitempo.

Qualcuno potrebbe obiettare che con tutte queste funzioni la privacy pare sempre più in pericolo. La società rispetta però il Gdpr (General Data Protection Regulation), il regolamento dell’Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, in vigore dal 2018, e non esita a collaborare con le forze dell’ordine in caso di crimini, come è già accaduto diverse volte in Giappone, Europa e America Latina. In tempi in cui la vita vissuta è spesso più virtuale che reale, la tecnologia si adegua anche nella difesa.