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Bari, stretta del sindaco su Casapound: “Quella sede va chiusa” – VIDEO

Pubblicato da: Daniele Leuzzi | Mer, 28 Novembre 2018 - 11:15

“Secondo me la sede da cui sono usciti gli aggressori va chiusa: non la posso chiudere io, un sindaco non ha la possibilità di chiudere la sede di un’associazione né di cancellare un movimento politico”. Il sindaco Antonio Decaro è pronto a dare battaglia “politica” a Casapound. Lo ha affermato durante la cerimonia del 41esimo anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone per mano fascista (video in basso). Il primo cittadino ha ricordato l’aggressione dello scorso settembre quando tre manifestanti furono picchiati a pochi metri dalla sede del movimento in via Eritrea da alcuni estremisti di destra.  La notte del 21 settembre, dopo l’aggressione, 30 militanti di Casapound furono portati in Questura per la ricostruzione di quanto accaduto e l’individuazione dei responsabili.

“Benedetto Petrone è stato ammazzato da un gruppo di fascisti e oggi, qui, non dobbiamo soltanto ricordare il valore dell’antifascismo, quel valore oggi lo dobbiamo testimoniare, perché solo qualche giorno fa c’è stato un attacco, violento, vile e anche organizzato, di un gruppo di fascisti nei confronti di tre persone che stavano tornando a casa dopo aver partecipato a una manifestazione pacifica – spiega Decaro – Sono sicuro che le forze dell’ordine, la magistratura daranno una risposta nei prossimi giorni”.

Decaro ricorda che un sindaco non ha il potere di chiudere una sede politica. “Quello che posso fare, però – continua – è assomigliare alle cose che dico, un impegno che dovremmo prendere tutti. Sicuramente posso fare una cosa, ciò che faccio quotidianamente: convincere i miei concittadini a non frequentare la sede di quell’associazione, togliere agibilità politica a quel movimento, ogni giorno”.

“In un città dove, per assomigliare alle cose che diciamo, tutti i bambini devono poter mangiare alla mensa scolastica, indipendentemente dal colore della pelle, tutte le persone si devono poter amare a prescindere dal loro orientamento sessuale, senza aver paura di essere aggredite per strada. Questo dobbiamo fare – conclude –  e lo dico in una piazza che ha un nome particolare, piazza Libertà: la libertà è uno dei valori per i quali Benedetto Petrone si è battuto, e per i quali ha perso la vita”.

 

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