Perchè non riesco a vedere partite di calcio in streaming online pirata da questo weekend? Al via sistema antipirateria

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Perchè non riesco a vedere partite di ca

La procedura di messa offline dello streaming pirata è gestita in modo automatico attraverso la nuova piattaforma già operativa.

Si inaugura l'epoca della piattaforma anti-pirateria per la Serie A. Il sistema progettato per contrastare la pirateria è operativo anche nel weekend sabato-domenica 3-4 febbraio. Nonostante il ritardo nell'attivazione, avvenuta entro la fine di gennaio dopo il completamento della fase di test, è un passo avanti nella lotta contro la pirateria, un obiettivo auspicato da tempo dalla Lega di Serie A e dagli operatori del settore.

Queesto sistema consente alle autorità di identificare gli utenti che utilizzano il servizio pezzotto. In teoria, il sistema anti-pirateria dovrebbe bloccare gli indirizzi IP illegali entro 30 minuti dalla segnalazione. In particolare, gli operatori autorizzati avranno la possibilità di inserire i dati dei siti illegali nel sistema e bloccarli automaticamente. Approfondiamo meglio:

  • Come sono bloccate le partite di calcio in streaming online
  • Cosa succede se si trasgrediscono le norme

Come sono bloccate le partite di calcio in streaming online

La procedura di messa offline dello streaming pirata è gestita in modo automatico attraverso la nuova piattaformaa. Quando viene ricevuta una segnalazione, il sistema apre automaticamente un ticket e gli operatori hanno 30 minuti di tempo per oscurare il sito segnalato. Tutto questo processo ha origine da un provvedimento cautelare, che consiste in una denuncia da parte dei detentori dei diritti, depositata presso l'Agcom.

Il funzionamento è il seguente: i titolari dei diritti caricano sulla piattaforma gli indirizzi IP o i Fully Qualified Domain Name, che sono nomi di dominio non ambigui utilizzati per identificare in modo univoco una risorsa online, dei siti pirata e forniscono le prove forensi delle violazioni. La piattaforma genera un ticket di allerta che viene distribuito agli operatori di telecomunicazioni, i quali automaticamente oscurano l'indirizzo incriminato entro 30 minuti.

Da un lato, ci sono i soggetti autorizzati a segnalare violazioni dei diritti, come nel caso delle aziende che detengono i diritti delle partite di calcio della Serie A, come ad esempio Sky e Dazn. Dall'altro lato, ci sono gli operatori di rete, di varie dimensioni, incaricati di bloccare gli indirizzi internet coinvolti.

Questi operatori sono circa 250, tra cui grandi aziende come Tim e Wind-Tre, e coprono il 90% del mercato. Restano escluse le aziende associate ad Assoprovider, che ha contestato l'obbligo di partecipare a Piracy Shield ma ha perso la causa al Tar del Lazio. Secondo l'Agcom, il numero di aderenti è sufficiente per avviare il programma e ottenere risultati iniziali.

Per identificare i fornitori di servizi internet, l'autorità ha consultato gli elenchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che registra le aziende del settore senza specificare se siano attive o meno, e li ha incrociati con il Registro delle Comunicazioni dell'Agcom, che non identifica direttamente gli ISP come tali.

Questo processo ha portato all'identificazione dei 1.800 nominativi che devono rispettare la legge 93 del 2023. Per accedere alla piattaforma, è necessario prima ottenere un'accreditazione tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta di Identità Elettronica). Successivamente, l'Agcom verifica i titoli di registrazione e concede l'accesso, fornendo prima le credenziali per l'area di test e poi per quella di produzione.

Cosa succede se si trasgrediscono le norme

Ma come è possibile effettuare una denuncia e bloccare un sito in soli 30 minuti? In realtà, l'azione viene anticipata: ad esempio, quando un sito pirata pubblica anticipatamente il calendario delle partite in streaming. In questo caso, chi ha acquisito i diritti delle partite segnala immediatamente la situazione all'Agcom, che procede con le verifiche.

La legge n. 93 del 2023, nota come legge pezzotto, è entrata in vigore la scorsa estate. Secondo questa legge, coloro che trasmettono illegalmente partite di calcio, eventi sportivi, film e serie TV sono soggetti a multe che possono arrivare fino a 15.000 euro, oltre al rischio di una condanna penale con pene che vanno da 6 mesi a 3 anni di carcere.

Per gli utenti che usufruiscono di siti illegali, le multe possono arrivare fino a 5.000 euro se viene dimostrato un utilizzo di "quantità notevoli di opere o materiali protetti". Il nome completo della legge è "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica".