“Sul caso Aras la condotta della Regione Sardegna è ormai inaccettabile: alla Ragioneria dello Stato non sono infatti ancora arrivati i dati precisi, chiesti ormai un mese fa, e che gli assessorati agli Affari Generali e all’Agricoltura avevano solennemente affermato di avere già fornito. Senza quei dati però non è possibile consentire alla Ragioneria di dare un parere contabile sulla applicabilità di una legge regionale, la 3/2009, che stabilisce il passaggio all’Agenzia Laore di quasi trecento dipendenti dell’Associazione Regionale Allevatori Sardegna. A questo punto sollecitiamo la Regione a fare il suo dovere, anche se temiamo che la Giunta Pigliaru stia ostacolando la stabilizzazione dei lavoratori cercando di scaricare maldestramente la responsabilità sul Governo Conte”.

Lo affermano i parlamentari M5S Emiliano Fenu (Commissione Finanze e Tesoro al Senato) e Alberto Manca (Commissione Agricoltura e Commissione Ambiente alla Camera) secondo cui “sul caso Aras la Regione è evidentemente in confusione. Lo dimostrano anche le dichiarazioni dell’assessore all’Agricoltura Caria che nei giorni scorsi aveva annunciato di aver individuato un Commissario straordinario per l’Aras. Oggi però sulla stampa è apparsa l’opportuna precisazione degli attuali liquidatori, secondo cui il processo di liquidazione è divenuto irreversibile e la eventuale sostituzione dei liquidatori compete eventualmente al presidente del Tribunale di Cagliari”.

La partita principale per le sorti dei trecento lavoratori Aras riguarda però i dati chiesti alla Regione Sardegna. Per questo motivo ieri, 28 agosto, Fenu e Manca hanno inviato una sollecitazione alla Ragioneria Generale dello Stato per sapere se la Regione avesse risposto alla nota inviatale il 31 luglio, con la quale ancora si chiedeva l’integrazione dei dati. La Ragioneria Generale dello Stato ha immediatamente risposto ai parlamentari comunicando che “ad oggi non risulta pervenuto a questo ufficio alcun riscontro da parte della Regione Sardegna”.

La Ragioneria sollecitava l’invio di una tabella tecnica contenente “il dettaglio delle complessive economie di spesa conseguibili a regime, nonché i dati relativi al personale in servizio presso l’Aras attualmente ed alla data del 31 dicembre 2006 e, distintamente per livello di inquadramento, il relativo Contratto collettivo nazionale di lavoro di natura privatistica, la normativa previdenziale applicata, nonché la dettagliata composizione dei correlati oneri di spesa sostenuti (trattamento economico fondamentale ed accessorio, compensi incentivanti la produttività comunque denominati, oneri riflessi inclusa l’Irap a carico del datore di lavoro, Trattamento di Fine Rapporto ecc.)”.

“Sulla vicenda Aras lo scorso 2 agosto qualche esponente della maggioranza di governo regionale ancora organizzava conferenze stampa rassicuranti, mostrando di non conoscere il contenuto della nota della Ragioneria Generale dello Stato inviata alla Regione il 25 luglio” spiegano Fenu e Manca. “Come già rilevato un mese fa, abbiamo timore che da parte della Regione vi sia la volontà di non applicare la legge 3/2009 e di non dar luogo al concorso per inquadrare i dipendenti Aras che hanno i requisiti, all’interno dell’Agenzia Laore”.

“Chiariamo ancora una volta che il parere richiesto dalla Ragioneria è un parere contabile, tecnico, di merito, sulla applicabilità di una norma regionale. Non si tratta dunque di un parere politico, come invece i rappresentati della Regione vogliono far credere all’opinione pubblica, nel tentativo di scaricare sul Governo Conte una responsabilità che invece è tutta della Giunta Pigliaru”.

“A questo punto chiediamo nuovamente alla Regione se abbia ricevuto la nota della Ragioneria Generale dello Stato del 25 luglio. Perché se l’assessore Spanu avesse avuto la certezza di aver inoltrato la tabella con dati esaustivi, in seguito alle nostre dichiarazioni che segnalavano i problemi avrebbe dovuto accertarsi dell’accaduto e contattare la Ragioneria Generale dello Stato ed il Ministero dell’Economia, e non pubblicare su Facebook una tabella da cui emerge soltanto la totale insufficienza delle informazioni contenute e la frettolosità con la quale è stata predisposta” continuano Fenu e Manca.

“Ormai è venuto il momento di giocare a carte e scoperte e di evitare affermazioni diffamatorie nei nostri confronti, con accuse di malafede e di dichiarazioni false, in quanto tutte le nostre dichiarazioni sono state rese con il supporto di documenti ufficiali” concludono i parlamentari Cinquestelle.