In occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani, l’associazione dei Palestinesi in Italia – API – si rivolge alle Nazioni Unite affinché lavorino per proteggere i Palestinesi dalle violazioni dei diritti umani perpetrata dall’occupazione israeliana. Israele continua da 70 anni a violare i diritti umani in tutti i Territori palestinesi occupati, oPt, attraverso detenzioni, uccisioni, irruzioni nelle città e nei villaggi palestinesi e nei luoghi sacri, sottraendo sempre più terra, e attraverso il Muro dell’Apartheid-separazione che divide la popolazione nativa e la disperde, nonostante la condanna di tali pratiche da parte della Corte internazionale di Giustizia nel 2002.

L’API aggiunge che, nonostante le richieste da parte del mondo al rispetto dei diritti umani, l’occupazione israeliana detiene nelle prigioni circa 6.500 Palestinesi, tra cui 62 donne, sei delle quali minorenni; pratica uccisioni, 234 – tra cui 52 minorenni -durante la Grande Marcia del Ritorno, da marzo 2018 a oggi, con circa 22 mila feriti, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. In occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani, proclamata il 10 dicembre del 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di cui quest’anno si celebra il 70° anniversario, l’API conferma la richiesta del rispetto di tutti i diritti sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e la salvaguardia della dignità umana, evidenziata nell’articolo 1 che stabilisce che “tutte le persone nascono libere ed eguali in dignità e diritti”.

In questo giorno l’API sottolinea il diritto del popolo palestinese a beneficiare di tutti i diritti enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti umani, che la presenza dell’occupazione israeliana viola, confiscando terre, dislocando la popolazione, uccidendo, imprigionando; e invita a lavorare con fermezza per ritenere Israele responsabile di tali violazioni.