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Di fronte a nuovi episodi di intimidazione verso gli amministratori locali e anche verso sacerdoti, il vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni chiede a tutti, amministratori e semplici cittadini, di avere “il coraggio di dire a voce alta che il cammino è quello del dialogo e dell’incontro. Dobbiamo aiutare alla gestione del conflitto non nella dinamica dei ‘vincitori e vinti’, ma piuttosto in quella che fa del punto di incontro condiviso un valore da ricercare”.

In una lettera aperta spiega che con le “scritte minacciose, lettere anonime, messaggi aggressivi e carichi di allusioni violente registrati in questi ultimi mesi nel nostro territorio, sembra di essere ritornati indietro nel tempo, quando l’intimidazione e la minaccia, più che il dialogo e il confronto, erano il metodo privilegiato per affrontare conflitti e differenze”. Di fronte a questi fatti, “dopo l’iniziale sconcerto, la necessaria condanna e soprattutto la solidarietà con le vittime”, il prelato sostiene che “ciascuno di noi di fronte a ogni relazione ha tre alternative: decidere di non intrattenere rapporti e non avere nessuno punto di incontro con l’altro. Oppure imporre agli altri la propria visione della vita e pretendere che questi si adeguino o, infine, entrare in dialogo con le persone, discutere, proporre, ascoltare, rivedere le proprie idee e convinzioni e cercare insieme una soluzione condivisa al problema.

“A differenza delle altre ipotesi la logica del dialogo è quella del rispetto e della dignità e diversità delle persone – sottolinea – Da questo punto di vista si possono affrontare i problemi relazionali, si possono rivedere le proprie opinioni e convinzioni superando le forme di rigidità mentale e comportamentale e la tendenza all’aggressività, aprendosi a nuovi orizzonti e prospettive per affrontare le differenze e i contrasti nella relazione con gli altri. Tutto ciò evidentemente non è automatico o scontato – conclude – È frutto di un complesso processo educativo, che deve iniziare, possibilmente, nella famiglia di origine per estendersi ed approfondirsi con il contributo di tutti coloro che educano: scuola, società, comunità ecclesiale e oggi anche i new media”.