Calciomercato.com

  • Kakà: 'Milan, arrivo! Scudetto o Europa, con Maldini e Leonardo si può vincere'

    Kakà: 'Milan, arrivo! Scudetto o Europa, con Maldini e Leonardo si può vincere'

    Kakà prepara la sua terza avventura al Milan. Dopo le due parentesi vissute da calciatore, a partire da settembre l'ex fantasista brasiliano "studierà" da Leonardo e Paolo Maldini, come spiegato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: "La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo".

    SU LEONARDO - "Cosa ha portato al Milan? Esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante".

    SU MALDINI - "Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto".

    SU QUESTO MILAN - "È una squadra che sta seriamente cercando di riprendere il suo posto nel grande calcio. E non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altro? Lo so e capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai".

    SULLO SCUDETTO - "L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio".

    SU RONALDO - "Per il calcio italiano è bellissimo averlo, riporta visibilità, sponsor, interesse dei media di tutto il mondo. I campioni adesso se hanno chance di venire a giocare in Serie A ci pensano. Cristiano porta tante cose, al sistema calcio italiano nel suo insieme, non soltanto alla Juve. La sua immagine schiaccia i compagni? Può accadere, ma sono abituato a guardare il lato positivo. È bellissimo giocare con lui, anche se impegnativo, perché Cristiano è molto competitivo e vuole vincere sempre. Gli anni che ho vissuto al Madrid sono stati molto intensi e positivi. Sono molto legato a Cristiano. Se fa il divo? Proprio no. Al Real all'inizio c'era il gruppo di quelli che parlavano portoghese, Pepe, Marcelo, e poi appunto io e Cristiano. Ci trovavamo bene. Cristiano è amichevole, molto socievole. Porta energia e la Juve ha fatto benissimo a ingaggiarlo. Anche perché, con la cura maniacale che ha del suo corpo e la sua professionalità, potrà restare al top ancora per tanti anni".

    SUL PALLONE D'ORO - "Il Mondiale è finito da poco e l’impresa della Francia resta negli occhi. Mbappé è fortissimo e ha tutta la carriera davanti. Il futuro probabilmente è suo, ma per ora io voto sempre uno dei due big, Messi o Ronaldo, anche perché così tutti continueranno a ricordarsi del torneo che ho vinto io nel 2007 prima che cominciasse il duopolio. Scherzi a parte, se devo fare un altro nome dico Luka Modric. In questa annata ha avuto risultato impressionanti: ha vinto ancora la Champions League, ha giocato la finale mondiale con la Croazia. È l'uomo che crea lo spettacolo, che comanda il gioco. Avrebbe potuto giocare nell'Inter? Non lo so, ma la Serie A resta comunque molto interessante così com’è".

    SULLA JUVE - "Juve prima e Milan secondo? Da milanista dico sempre il contrario. La Juve resta un esempio per come è saputa risalire: dalla stagione in Serie B si è ripresa, ha costruito lo stadio, ha vinto tanti campionati, ha giocato due finali di Champions League. Le altre società italiane adesso devono cavalcare l'onda prodotta dall’ingaggio di un fuoriclasse come Ronaldo. Per la Champions è una delle favorite, ma ci sono sempre il Real Madrid, il Barcellona, il Psg che è sempre più forte con Mbappé che sta maturando. Al Mondiale si è visto che cosa può fare questo ragazzo così giovane. La Juve in ogni caso resta una delle protagoniste del torneo".

    ANCORA SUL MILAN - "Champions lontana? Ma da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà. Dove mi vedo io in questo Milan? Non ne ho idea. Come ho detto, per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno lavorativo preciso. Sarei comunque venuto in Italia in questo periodo per motivi personali, quindi coglierò l’occasione per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo".

    Altre Notizie