Poco personale in Questura, ma non basta per dire no al trasferimento

Il Tar accoglie il ricorso di un assistente capo nonostante sia cerficato il sottodimensionamento degli uffici e l'emergenza criminalità in Provincia

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    di Giulia Zampina

    Non è bastato alla questura di Catanzaro motivare il diniego al trasferimento di un assistente capo  dicendo “che la Questura di Catanzaro soffre di una carenza organica per il personale appartenente al ruolo Assistenti ed Agenti di circa il 6% mentre l’organico complessivo presenta una situazione deficitaria pari a circa il 10% della forza prevista dalla tabella organica” e, per altro verso, che “l’Ufficio di appartenenza del dipendente è costantemente impegnato in operazioni straordinarie per la lotta alla criminalità organizzata, particolarmente radicata nella provincia di competenza, sede di potenti e pericolose cosche di ‘ndrangheta che esercitano un forte controllo sulle attività economiche presenti nel territorio”, ma senza dare alcun conto della peculiare professionalità ovvero specializzazione delle prestazioni resa del soggetto istante, tali da renderlo difficilmente sostituibile”.  Il Tar ha disposto che quel trasferimento, per ricongiungimento con il coniuge in presenza di figli minori debba essere autorizzato.

    La sentenza rimanda però degli aspetti interessanti sui quali è possibile trarre spunti di riflessione.

    Rispetto ad un’emergenza criminalità, certificata nella motivazione del diniego e ripresa dai giudici amministrativi, che ha come fulcro il controllo delle attività economiche presenti sul territorio,  la Questura di Catanzaro risulta sottodimensionata. Un dato che induce ad un altro tipo di riflessione da proporre ovviamente a livelli più alti rispetto a quelli locali. La questura di Catanzaro, per la particolare attività di contrasto alla criminalità ha bisogno di un incremento di almeno del 10% in più dell’organico.

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