In Cina e Asia – La Cina è il primo esportatore di droni armati

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

La Cina è diventata il primo esportatore al mondo di droni armati. Lo rivela l’ultimo rapporto del SIPRI, stando al quale negli ultimi 5 anni il gigante asiatico ha esportato 153 veicoli aerei da combattimento senza equipaggio in 13 paesi, contro i soli 5 venduti dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna a partire dal 2009. Il Medio Oriente si attesta come principale cliente, con in cima alla classifica Egitto, Iraq, Giordania, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Il business dei droni costituisce tuttavia un’eccezione nel quadro di generale rallentamento dell’export bellico cinese, aumentato tra il 2014 e il 2028 solo del 2,7%, anche se la lista dei clienti si è espansa fino a coinvolgere 53 paesi. Il 70% delle vendite cinesi è andato in Asia e Oceania, seguiti da Africa (20%) e Medio Oriente (6,1%).

Cindy Yang, la misteriosa imprenditrice amica di Trump e Pechino

Il National Committee of Asian American Republicans ha espulso Cindy Yang, la misteriosa 45enne sino-americana nota per le sue attività imprenditoriali poco trasparenti e i gli stretti contatti con Trump e l’establishment americano. Negli scorsi giorni, la sua vicinanza al presidente – attestata dalla partecipazione a vari eventi presso la tenuta di Mar-a-Lago – è diventata oggetto di un’inchiesta del Miami Herald in riferimento al ruolo di intermediaria intrattenuto tra la Casa Bianca e la comunità degli affari cinese, coinvolta in diverse raccolte fondi del partito repubblicano. Di più. Secondo l’Herald, la donna avrebbe finanziato personalmente la campagna di Trump con circa 30mila dollari, in violazione delle leggi americane sulle donazioni straniere. La portata del caso va intesa alla luce di un ulteriore dettaglio: il ruolo dirigenziale di Yang all’interno di un’organizzazione governativa cinese impegnata nella riannessione di Taiwan alla mainland.

Cina, schedate 1,8 milioni di donne in età fertile

Victor Gevers ha colpito ancora. L’esperto del gruppo non profit GDI.Foundation, già autore della scoperta di un piano di videosorveglianza nello Xinjiang, ha reso noto nel weekend di aver ottenuto accesso a un altro database aperto con informazioni personali di 1,8 milioni di donne tra i 15 e i 39 anni. I dati raccolti – forse attraverso una dating app – includono numeri di telefono, indirizzi, stato civile e una voce identificata con il termine inglese “BreedReady”. Secondo gli analisti, la strana espressione starebbe a indicare se una donna ha avuto figli o se è in età fertile, fornendo al governo cinese – fortemente preoccupato dal calo delle nascite – una lista di possibili target su cui effettuare pressione per raddrizzare il trend demografico. Sul web c’è chi ha paragonato il piano alla serie TV distopica The Handmaid’s Tale.

Corea del Nord: 20 paesi indagati per violazioni delle sanzioni

Esperti delle Nazioni Unite stanno indagando possibili violazioni delle sanzioni internazionali contro la Corea del Nord in circa 20 paesi. Nel mirino ci sono presunti appalti nucleari clandestini in Cina, vendita di armi in Siria e cooperazione militare con Iran, Libia e Sudan. Il rapporto di 66 pagine, consegnato al Consiglio di Sicurezza e ottenuto lunedì dall’Associated Press, cita tra le possibili infrazioni anche l’apparizione in Corea del Nord di Rolls-Royce Phantom, limousine Mercedes-Benz e Lexus LX 570 a trazione integrale in violazione dei divieti sull’importazione di beni di lusso.

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