I rapporti della Lega con uomini vicini alla ‘ndrangheta

I rapporti della Lega con uomini vicini alla ‘ndrangheta

Notizia tratta da: espresso

Reggio Calabria, Rosarno, Lamezia Terme. Centrotrenta chilometri lungo i quali si snodano i legami pericolosi tra la Lega di Matteo Salvini e la ‘ndrangheta. Dopo le recenti dichiarazioni di del ministro dell’Interno contro i mafiosi («È finita la pacchia in Italia», ha detto domenica scorsa a Pontida promettendo «una guerra che combatteremo con tutte le armi che la democrazia ci mette a disposizione») L’Espresso pubblica un’inchiesta giornalistica, in edicola da domenica 8 luglio, sui leghisti calabresi che hanno garantito al ministro di farsi eleggere senatore e al suo partito di sfondare il muro della doppia cifra a Rosarno, il paese in provincia di Reggio Calabria feudo di potenti famiglie di ‘ndrangheta e simbolo dello sfruttamento dei braccianti africani nei campi. Qui, alle elezioni del 4 marzo scorso, la Lega sovranista ha infatti raccolto il 13 per cento dei consensi. Cinque anni fa l’asticella si era fermata allo 0,25.


Gioffrè ha aderito alla Lega nel 2016 dopo aver lasciato Fratelli d’Italia. Il primo a dargli il benvenuto ufficiale è stato Domenico Furgiuele, responsabile regionale del partito e, dal 4 marzo, deputato della Repubblica. Su Furgiuele pesa una parentela ingombrante. Come già raccontato dal nostro giornale, il suocero è infatti in carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso e ha i beni sotto sequestro su richiesta dell’antimafia: per i giudici di primo grado, l’uomo è contiguo alle cosche di Lamezia. Ora L’Espresso ha scoperto che nel congelamento del patrimonio societario e immobiliare è finita anche la moglie del deputato calabrese. A lei il tribunale ha sequestrato un immobile e una società.

Giovanni Tizian e Stefano Vergine

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