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L'ISPETTORE COLIANDRO - IL RITORNO 4 - Le parole di Carlo Lucarelli


L'ISPETTORE COLIANDRO - IL RITORNO 4 - Le parole di Carlo Lucarelli
Non è mica semplice essere un autore di Coliandro.
Quando la gente ti incontra e ti riconosce come tale, per esempio, ogni volta ti chiede se ci sarà un’altra stagione, se ci stiamo lavorando, se stiamo scrivendo, e non è che lo chiede e basta, lo intima, lo ordina, con quel punto interrogativo, alla fine, che non è una domanda, è una minaccia.

State scrivendo, vero? Anzi, punto dopo scrivendo e poi Vero, maiuscolo e imperativo.
Allo stesso tempo, quello che ti chiedono di scrivere non è una cosa qualunque, tanto per fare.
I fan, o meglio, gli ultrà di Coliandro lo seguono da tanti anni, ne conoscono bene i meccanismi del carattere e delle storie, i colpi di scena, gli epiloghi, le contraddizioni, anche le battute e vogliono, pretendono, intimano e minacciano di essere stupiti, tutte le volte e sempre di più.

E mica solo da Coliandro, visto che ormai, puntata dopo puntata, si è sedimentato attorno a lui un folto gruppo di coprotagonisti, che sono altrettanto seguiti ed amati. State scrivendo. Vero. Una serie più bella, vero? In più, Coliandro e le sue storie sono un modo per analizzare e raccontare, per prendere in giro, ma anche per denunciare, le trasformazioni e le contraddizioni della nostra società, con tutti i pregiudizi, la ferocia, la metà oscura, criminale e non solo, che mettiamo in scena.

Cose vere, anche se raccontate a modo nostro. Il radicamento delle mafie in Emilia-Romagna e la loro penetrazione nel tessuto economico della regione, per esempio, evidenziati senza ombra di dubbio dall’Operazione, poi dal Processo Aemilia, Coliandro li aveva già raccontati dieci anni prima col suo primo film, Il giorno del lupo (e io nel 1994, con il secondo romanzo). Razzismo, caporalato, ‘Ndrangheta e Casalesi, brutalità delle forze dell’ordine, neofascismo, prostituzione e droga, ogni volta che emerge un fenomeno, Coliandro lo mette in scena. Come diceva Frederick Glauser, maestro svizzero del poliziesco e non solo, il giallo è un ottimo mezzo per dire cose sensate.

Ecco, lo è anche Coliandro. State scrivendo. Vero. Una serie più bella. Vero. E con dentro cose vere. Vero.
Per questo non è così semplice essere un autore di Coliandro. E mica solo un autore, anche metterlo in scena, interpretarlo, dirigerlo e fare tutto quello che si fa perché poi lo si possa vedere in televisione. Non è per niente semplice. Però è bellissimo.

Carlo Lucarelli

21/09/2021, 09:41