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Prostitute in taxi: trentenne rischia di finire sotto processo

Chiuse le indagini preliminari. Contestato il fatto di aver manifestato disponibilità, a ogni ora del giorno e della notte, nei confronti di un gruppo di albanesi

Trasportare le prostitute, a bordo del proprio taxi, in maniera continuata può far incorrere in un'accusa di favoreggiamento della prostituzione. La procura di Frosinone, infatti, ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio nei confronti di una tassista di trent'anni di Frosinone, E.D. L'accusa è quella di «aver favorito, con la sua ampia e indiscussa disponibilità, a qualunque ora del giorno, e anche della notte, il trasporto delle prostitute sul posto».
La donna era stata indagata quando un gruppo di albanesi, sospettati di avere il monopolio della prostituzione nell'area dell'asse attrezzato, era finito nel mirino degli investigatori. Era emerso un particolare sul quale si era concentrata una parte dell'attività investigativa (i protettori albanesi è stato aperto un giudizio separato per sfruttamento della prostituzione). Ad accompagnare le ragazze da casa all'area Asi era sempre lo stesso taxi. Probabilmente chi tiene le fila dell'organizzazione avrà pensato che questo era il modo più sicuro per passare inosservati. O quantomeno questo era il modo per evitare che chi gestisse l'attività potesse essere scoperto nel corso di appostamenti di polizia e carabinieri lungo l'asse attrezzato. E allora - hanno pensato gli sfruttatori - perché non rivolgersi a chi, per professione, accompagna le persone da un luogo all'altro della città. Per l'accusa, sarebbe proprio la trentenne frusinate la tassista del gruppo. La donna, secondo la contestazione della procura, sarebbe stata disponibile ad assecondare alle richieste degli albanesi, accompagnando o andando a riprendere sul posto di lavoro. Una presenza abituale che ha portato la ragazza a finire sul registro degli indagati.
La tassista, difesa dall'avvocato Giampiero Vellucci, dopo esser stata indagata aveva chiesto di esser sentita per dimostrare che il reato non esiste. In particolare, la difesa evidenzia la circostanza che non esiste un centralino per smistare le telefonate dei clienti, quindi si è sviluppato un rapporto fiduciario di modo che chi ha bisogno di un passaggio chiama direttamente il titolare del taxi sulla sua utenza privata. Ora sarà il gup del tribunale di Frosinone a decidere se ci sono gli estremi per l'apertura di un processo.

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