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Il caso

Colpi di mattone contro il prete, ora si cerca il perchè di tanta violenza

A distanza di due giorni non è ancora chiaro cosa sia potuto scattare nella mente della religiosa che con ferocia se l'è presa con quel sacerdote

Colpi di mattone contro il sacerdote. Il monastero benedettino di Santa Maria dei Franconi al centro di una triste vicenda. La comunità è sconvolta e la Chiesa si è trincerata dietro un comprensibile silenzio, in attesa che le indagini seguano il giusto corso e portino alla luce la verità. L'episodio è accaduto venerdì pomeriggio intorno alle 18, nel monastero di piazza dei Franconi, in pieno centro storico. A distanza di due giorni non è ancora chiaro cosa sia potuto scattare nella mente della religiosa che con ferocia se l'è presa con quel sacerdote venuto in città da poco ad affiancare il parroco del borgo, il giovane don Andrea Viselli. Entrambi di nazionalità nigeriana, si conoscevano, questo è chiaro, ma quanto bene nessuno sa dirlo. Lui una sorta di missionario in giro per il mondo e in prestito alle parrocchie per svolgere qualche servizio, lei invece una postulante ormai a Veroli da qualche anno.

A breve dovrebbe diventare una suora di clausura a tutti gli effetti, anche se tale si sentiva da sempre. Almeno da quando era entrata in quel monastero immacolato. Venerdì pomeriggio don Taddeo si era recato nella cappella delle benedettine per dire messa. Al termine della celebrazione, l'aspirante suora aveva tirato fuori un mattoncino colpendo il sacerdote alla testa. Una furia. Stando al racconto fornito agli investigatori, la religiosa avrebbe raggiunto don Taddeo in sagrestia e qui avrebbe iniziato a picchiarlo. Nulla o poco hanno potuto fare le consorelle. Il sacerdote è dovuto scappare dal convento. A "salvarlo" un passante che ha chiamato il 118. Sul posto l'arrivo dell'ambulanza che scortata da una pattuglia dei carabinieri non è certo passata inosservata. Alla fine don Taddeo è stato accompagnato in ospedale. È stato dimesso ieri pomeriggio con una prognosi di dieci giorni, salvo complicazioni. Le indagini sono ancora in corso. Sull'accaduto c'è ancora il massimo riserbo. Il sacerdote, al momento considerata l'unica vittima, non avrebbe alcuna intenzione di sporgere denuncia.

Le suore e il convento
Il monastero benedettino di Santa Maria dei Franconi sorge nel rione dei Franconi, alle spalle del palazzo comunale.
Fu costruito per volontà dei verolani che nel 1561 decisero di accogliere all'interno delle mura cittadine una piccola comunità di suore costituitasi già nel XII secolo nella chiesa di San Martino, fuori Porta Napoletana. Il monastero fu consacrato nel 1580 dal vescovo Ortensio Battisti. Nel nuovo edificio monastico trovò sede un educandato, così le giovani che entravano in monastero potevano essere formate sia per affrontare la vita monastica sia per rientrare nel mondo secolare. Nella vicina chiesa sono conservati i resti mortali di suor Maria Fortunata Viti, proclamata beata nel 1967 da Papa Paolo VI. Attualmente il monastero ospita una ventina di consorelle, circa dieci di origine nigeriana. Una comunità ben integrata nel tessuto cittadino, le più anziane portano avanti l'antica tradizione spirituale della clausura. Dietro la grata ma vicine al mondo ieri come oggi.

Il clamore mediatico
La notizia ha fatto il giro di tutte le principali testate giornalistiche, molte delle quali nazionali. Che in un monastero dalle tradizioni secolari potesse accadere un fatto simile nessuno se lo aspettava. Abituata a pensare alla clausura come una sorta di mondo ovattato, la comunità verolana continua legittimamente a porsi domande alle quale solo le indagini sapranno fornire risposta. Saranno gli inquirenti a chiarire la posizione dei due religiosi che in questi giorni avranno modo di riflettere su quanto accaduto.

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