Cerca

L'inchiesta

Interrogati i casalesi detenuti nel carcere del capoluogo: nessuno risponde

I camorristi, arrestati in Veneto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'operazione è quella sull'infiltrazione nell'edilizia della costa adriatica veneziana

Quattro dei cinquanta arrestati nell'operazione sull'infiltrazione della camorra in Veneto sono detenuti nel carcere di Frosinone. E ieri per tre si sono svolti gli interrogatori di garanzia. L'accusa è quella di associazione di stampo camorristico. Sequestrati beni per 10 milioni. Martedì tra la provincia di Venezia e Casal di Principe la squadra mobile di Venezia e il Gico della Guardia di finanza di Trieste, coordinati dalla Dda di Napoli, ha eseguito 50 misure cautelari (47 in carcere).

L'ultimo è stato arrestato giovedì. Si tratta di Antonio Puoti, 33 anni, ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere a stampo mafioso, usura, rapina, bancarotta fraudolenta e spaccio di sostanze stupefacenti. In precedenza erano stati arrestati e portati a Frosinone anche Renato Veizi, albanese, Tommaso Napoletano, di Capua, e Tommaso Pizzo, siciliano, tutti residenti in provincia di Venezia. L'inchiesta ruota sulle infiltrazioni nel mondo dell'edilizia per le costruzioni lungo la costa adriatica veneziana. Tra i cinquanta arrestati anche il sindaco di Eraclea l'avvocato Mirko Mestre.

Il procuratore generale antimafia Ferdinando Cafiero De Raho aveva così commentato l'operazione: «la Camorra in Veneto agiva esattamente come in Calabria con un'attività sviluppata in un ventennio». Quindi ha spiegato: «si è colpito l'intero sistema messo in atto. La Camorra di fatto si è impossessata dello spazio lasciato libero dopo il debellamento della Mala del Brenta senza alcuna distinzione con altre organizzazioni come la ‘ndrangheta o i catanesi».

I tre interrogati ieri si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere. Veizi e Napoletano sono stati assistiti dagli avvocati Renzo Fogliata, Giuseppe Muzzupappa e Rosario Grieco. Pizzo, invece, è stato assistito dagli avvocati Vanis Zorzato e Giulia Giacinti.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione