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Messa in sicurezza delle infrastrutture: Ruspandini incalza Toninelli

Il doppio fronte di Ruspandini: da una parte fa gli interessi degli italiani, dall'altra tiene la concentrazione altissima sul territorio provinciale

Ha citato uno studio dell'Eurispes, per sottolineare che il problema della messa in sicurezza delle infrastrutture in Italia è legato a doppio filo con una politica che deve riprendere l'iniziativa senza se e senza ma. Anche e soprattutto su un tema del genere. Il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d'Italia) è stato protagonista di un articolato intervento durante l'audizione del ministro Danilo Toninelli davanti alle commissioni di Camera e Senato. Ruspandini ha spiegato che «Si continua ad andare avanti sull'onda lunga dell'emotività, mai della programmazione».
E, rivolgendosi direttamente al ministro delle infrastrutture Toninelli, ha argomentato: «Noi di Fratelli d'Italia siamo sempre costruttivi perché mettiamo al primo posto l'interesse nazionale, ma il punto è che non si può continuare ad andare avanti per slogan. E li ho sentiti, gli slogan. Del tipo: "Nuovo governo, l'Italia cambia". Non ho sentito invece quella sorta di piano Marshall del quale parlate oggi a proposito della messa in sicurezza delle infrastrutture. Sottolineo invece quanto detto dal presidente dell'Eurispes relativamente al fatto che l'Italia ha ceduto la proprietà e il controllo dei suoi maggiori asset strategici. Cedendo i propri "gioielli", anche attraverso i sistemi concessori: il riferimento è a porti, aeroporti, autostrade, digitale, sanità. Perché la realtà è che si deve ridiscutere il ruolo del privato e che quello che è accaduto a Genova pone il tema dei rapporti tra Stato e mercato».

Ha aggiunto Massimo Ruspandini: «Noi vogliamo capire cosa vuole fare il governo, come si intende rispondere nel concreto alla rabbia e al dolore di Genova. Oggi nel Paese c'è una psicosi collettiva e tutti coloro che passano sopra un ponte o in una galleria trattengono il respiro. L'Italia deve fronteggiare mille criticità e deve farlo con troppi vincoli europei. Ve lo dico come amministratore locale: non bastano le risorse che avete destinato ai Comuni, bisogna andare oltre».

Massimo Ruspandini, però, tiene la concentrazione altissima anche sul territorio. È ad un passo dall'adesione a Fratelli d'Italia Samuel Battaglini, consigliere comunale di Patrica e vicepresidente nazionale dell'Anci Giovani. Inoltre Battaglini alle ultime comunali di Frosinone ha messo in campo la lista civica Forza Frosinone, che ha eletto un consigliere. In questi mesi Ruspandini ha accelerato molto sul territorio. Alle comunali di Anagni è riuscito a rimotivare Alessandro Cardinali, che poi ha ottenuto 430 voti come consigliere di Fratelli d'Italia. Per restare sempre ad Anagni, con Ruspandini ci sono Riccardo Ambrosetti e Davide Salvati. Poi ad Amaseno c'è Mario Colagiovanni, il più votato. Già presidente di Gioventù nazionale. D'altronde, il radicamento sul territorio è un elemento fondamentale.
Sul piano locale il centrodestra è impegnato nella difficile scelta del candidato alla presidenza della Provincia. In primo piano i rapporti tra gli alleati, specialmente per quanto concerne Forza Italia e Lega. Con Fratelli d'Italia che però ha messo l'accento sul fatto che i rapporti di forza sono cambiati rispetto alla situazione antecedente al 4 marzo. Un elemento destinato a pesare non poco.

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