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Frosinone, elezioni comunali 1998: prima volta del centrosinistra. Marzi sindaco

Al ballottaggio del 7 giugno 1998 Domenico Marzi diventa sindaco del Capoluogo con il 54,75%, grazie a 14.717 voti. Italico Perlini raggiunge il 45,25%, con 12.162 voti

La consiliatura di Paolo Fanelli si era appena conclusa con le dimissioni di massa e con una spaccatura fortissima nel centrodestra. Per la prima volta il centrosinistra "sente" che può vincere al Comune di Frosinone, tradizionalmente ostico.

Il segnale arriva sin dalla scelta del candidato sindaco: è Domenico Marzi, brillante avvocato, esponente importante del Pci prima e del Pds dopo. Ma è un politico anomalo: non guarda tanto alle stanze dei partiti, quanto alla società civile. In ogni caso Francesco De Angelis e Gian Franco Schietroma puntano su di lui per conquistare il Comune capoluogo. Nel centrodestra c'è Italico Perlini, anche lui avvocato di grido. Ma il campo del centrodestra è diviso. Esponenti del calibro di Adriano Piacentini e Nicola Ottaviani vanno ognuno per conto proprio.

Il 24 maggio 1998 si svolge il primo turno.
Domenico Marzi (centrosinistra) arriva al 38,33%, in virtù di 12.310 voti. Italico Perlini (centrodestra) arriva al 31,55%, grazie ai 10.131 voti. Straordinario il risultato di Adriano Piacentini, alla guida di un fronte centrista che rispecchia l'Udr di Francesco Cossiga a livello nazionale. Piacentini ottiene 5.947 voti,il 18,52%. Con lui c'è anche l'allora senatore Romano Misserville, in rotta con An e vicino proprio alle posizioni di Cossiga.
Nicola Ottaviani (Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini) ottiene 2.590 preferenze, l'8,06%. Poi c'è Francesco Notarcola (Rifondazione Comunista): 719 voti, il 2,24%. Quindi Franco Villa (Fiamma Tricolore): 355 voti, l'1,19%. 

Al ballottaggio la partita si presenta aperta. Ma il centrodestra non riesce a ricompattarsi. Anzi, si registra quello che passa alla storia politica cittadina, come il "patto di Valmontone", perché raggiunto a cena in un ristorante di quella zona. Al tavolo si stringono la mano Domenico Marzi e Adriano Piacentini. L'accordo è forte e infatti tiene.

Al ballottaggio del 7 giugno 1998 Domenico Marzi diventa sindaco di Frosinone con il 54,75%, grazie a 14.717 voti. Italico Perlini raggiunge il 45,25%, con 12.162 voti. In Prefettura i due, che sono amici nella vita, si fanno reciprocamente i complimenti. Entrambi sanno che è stata decisiva la scelta di Adriano Piacentini.

Ma pure nei voti delle liste le sorprese non mancano. Nell'Ulivo il primo partito è quello dei Socialisti Democratici Italiani di Gian Franco Schietroma: 3.895 voti (13,10%) e 8 consiglieri comunali. I Democratici di Sinistra arrivano a 3.527 voti (11,86%). Con 8 consiglieri comunali. Poi il Ppi: 1.985 voti (6,68%) e 4 consiglieri comunali. Quindi la lista civica Alleanza per Frosinone: 1.320 voti (4,44%) e 2 consiglieri. Poi la Federazione dei Verdi: 892 voti (3%) e 2 seggi.

Nel centrodestra il primo partito è Alleanza Nazionale: 3.912 voti (13,16%) e 4 consiglieri. Poi Forza Italia: 3.911 voti (13,15%) e 3 consiglieri. Infine il Centro Cristiano Democratico: 1.472 voti, il 4,95%. Nella coalizione centrista di Adriano Piacentini, il Cdu-Cdr ottiene 2.885 voti (9,70%) e 3 consiglieri comunali. Poi c'è l'Unione per Frosinone: 1.011 voti (3,40%) e 1 seggio. Rinnovamento Italiano, in appoggio ad Ottaviani, fa segnare 2.418 voti (8,13%) e 2 consiglieri.

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