Attentato in Egitto e avanzata del Daesh?

Durissimo attacco terrorista nel Sinai: 235 morti in una moschea sufi. La condanna unanime del mondo politico e religioso internazionale. Un tentativo di capire perché la penisola è nel mirino dei gruppi fondamentalisti

I fatti: dei terroristi hanno attaccato una moschea a Bir al-Abed, nella provincia del Nord del Sinai, in Egitto, a 40 km da al-Arich, lasciando sul campo almeno 235 morti e 109 feriti, trasferiti soprattutto nel vicino ospedale di Ismailia. Nonostante circostanze ancora poco chiare, i testimoni hanno descritto l’azione di un gruppo armato che avrebbe posato una bomba all’interno del luogo di culto (ma altri testimoni parlano dell’esterno), prima di sparare ai fedeli durante la grande preghiera settimanale del venerdì.

Attack on mosque in Egypt

La moschea di al-Rawdah è frequentata da musulmani sufi, corrente mistica e pacifica dell’Islam, una tendenza che il Daesh considera eretica e che combatte. L’accusa principale rivolta al sufismo è quella di politeismo, perché i sufi fanno ricorso all’intercessione dei santi morti. Da parte loro, altre correnti estremiste dell’Islam, come i salafiti, criticano la “leggerezza” liturgica dei sufi. Nel corso dell’attacco sono stati uccisi diversi soldati di leva che erano all’interno della moschea. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi ha reagito duramente e ha assicurato che lo Stato egiziano darà «una risposta brutale» all’attacco, che ancora non è stato rivendicato. Tre giorni di lutto nazionale sono stati dichiarati.

La condanna dell’attentato è stata unanime e senza condizionali. Il segretario generale della Lega araba Ahmad Aboul Gheit ha condannato un «orribile crimine che conferma che la vera religione dell’Islam è innocente rispetto a coloro che sposano l’ideologia terrorista estremista». Da parte sua il grande imam di al-Azhar, lo sceicco Ahmad al-Tayeb, ha usato «i termini più forti per condannare il barbaro attacco terroristico», mentre papa Francesco si è detto «profondamente rattristato per la perdita di vite umane causata dall’attacco terroristico». Putin ha parlato di un «attacco sorprendente per la sua crudeltà e il suo cinismo», mentre Trump ha denunciato un «attacco terroristico orribile e codardo». Infine, sia Arabia Saudita che Iran, i due principali contendenti regionali, hanno entrambi condannato l’attacco in modo inequivocabile.

Egypt Attack

Quattro riflessioni paiono ovvie. Innanzitutto che il Sinai è ormai una terra in cui scorrazzano bande di terroristi di varie etichette, anche del Daesh ma non solo. Gli attentati sono frequenti. Si ricordano in particolare, nell’ottobre del 2015, i missili che, ad opera del ramo egiziano del Daesh, avevano abbattuto un aereo russo decollato da Sharm el-Sheikh, facendo 224 morti. Il governo egiziano fa fatica a riportare l’ordine in una zona peraltro difficile da controllare, perché desertica e montagnosa nel contempo. Qualche osservatore parla a questo proposito di “Afghanistan egiziano”.

Una seconda riflessione riguarda il perché il Daesh e altri gruppi terroristici abbiano nel mirino l’Egitto, e in particolare il suo presidente al-Sissi. Il fatto è che il militare, coinvolgendo l’istituto sunnita più famoso al mondo, l’Università al-Azhar, sta cercando di proporre una visione dell’Islam post-wahhabita e post-salafita, più aperta alla modernità europea. Nel contempo non esista a usare la maniera forte contro i suoi nemici, in particolare i Fratelli musulmani del presidente esautorato, Morsi. Ciò rende indigesto il presidente al-Sissi al fondamentalismo islamico.

Terza riflessione: alcuni osservatori locali affermano che questo attacco è il frutto della congiunzione tra gruppi terroristici locali e combattenti del Daesh di ritorno dal fronte siriano e da quello iracheno. La diaspora del Daesh, insomma, comincerebbe a colpire.

Infine, questa volta nel mirino dei terroristi non ci sono i cristiani copti, che tante vittime hanno dovuto contare, ma dei musulmani, seppure “eretici”. Le prime vittime del terrorismo di cosiddetta “matrice islamista” sono in realtà gli stessi musulmani.

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