Interviste Cinema

Caccia al Tesoro: i Vanzina, con Salemme e Buccirosso, presentano la loro commedia napoletana

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Il film arriva in sala il 23 novembre.

Caccia al Tesoro: i Vanzina, con Salemme e Buccirosso, presentano la loro commedia napoletana

Come i Manetti Bros. con Song 'e Napule e Ammore e Malavita, anche i fratelli Vanzina si lasciano sedurre dai colori, dai suoni e dagli attori napoletani e rendono la città di O' sole mio, delle sfogliatelle e di Sophia Loren uno dei personaggi - oltre che l’ambientazione - della loro nuova commedia.
Un po' favola realistica e un po' heist-movie, Caccia al tesoro è la storia di una rapina "a fin di bene". Per pagare l’operazione al cuore del nipote, l'attore di "insuccesso" Domenico Greco decide infatti di rubare una delle gemme della mitra di San Gennaro, aiutato da un altro disgraziato di nome Ferdinando che non riesce a pagare gli alimenti alla moglie e dal figlio dodicenne di quest’ultimo. Insieme a una coppia romana di ladri un po' più professionisti, i tre seguiranno il succulento bottino a Torino e infine a Cannes, dove li raggiungerà perfino la Camorra.

Prendendo liberamente spunto da Operazione San Gennaro di Dino Risi e celebrando una comicità a cui già papà Steno aveva reso omaggio lavorando con Totò e Peppino, i Vanzina si sono affidati alla coppia comica partenopea più brava del momento: Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso. Li affiancano, nel film, Serena Rossi, Max Tortora, Christiane Filangieri e il giovanissimo e spassoso Gennaro Guazzo. Non mancava nessuno di loro alla conferenza stampa di presentazione di Caccia al tesoro, dove Carlo ed Enrico hanno spiegato prima di tutto cosa li abbia portati a Napoli.
"In questo momento Napoli viene raccontata a senso unico" - ha detto il secondo. "Napoli ormai fa rima con la Camorra, la droga e la violenza. Per noi invece è il vero centro della commedia all'italiana. Siamo due romani innamorati di Napoli, dove abbiamo trovato persone caratterizzate da un grande senso di appartenenza, e furbizia mista a disperazione".

Carlo Vanzina ha parlato invece della scelta di Salemme e Buccirosso: "Quando abbiamo pensato per la prima volta al film, ci sono subito venuti in mente Vincenzo e Carlo. Avevamo lavorato diverse volte separatamente con loro. Per un regista è un lusso dirigerli, perché sono dei fuoriclasse. Con loro di solito leggiamo insieme il copione, cambiamo alcune cose, poi si arriva sul set e si trova spazio per improvvisare e divertirsi. Vincenzo e Carlo sono veramente il Totò e il Peppino di oggi".

"Lavorare con un regista come Carlo Vanzina" - ha detto Salemme - "è semplice, perché con lui ci si sente a proprio agio. Quando un attore capisce che un regista è sicuro di sé, dà sempre il meglio. Carlo è una persona realizzata, non è un uomo competitivo".
"La tranquillità e la serenità sul set" - ha osservato Carlo Buccirosso - "insieme alla possibilità di dialogare prima dell’inizio delle riprese, mi aiuta a trovare il personaggio e a recitare bene. Con alcuni registi o non parli, o parli inutilmente, perché, una volta cominciato il film, si fa quello che dicono loro. Invece anche noi artisti abbiamo le nostre idee, e con i Vanzina io mi sono sempre trovato bene".

Anche se è un ritratto della Napoli e, in una certa misura, dell’Italia di oggi, con i suoi problemi ma anche la sua voglia di reagire alle difficoltà, Caccia al tesoro dà spazio alla finzione (parlando non a caso di teatro) e al "come sarebbe bello se". "Il nostro è un film pieno di speranza, e con qualche sogno" - ha spiegato Enrico Vanzina - "C’è il Torino che batte la Juve, c'è una Camorra che sembra uscita da Angeli con la pistola e c’è la bellissima canzone Napule', che ci mostra un luogo meraviglioso".

Nel film degli inventori di Vacanze di Natale c’è dunque la città di Pino Daniele ma anche quella che ama moltissimo il calcio e che ancora non perdona a Higuaín di essersene andato, come si vede da una scena in cui Salemme e Buccirosso si fingono gli avvocati di De Laurentiis intenzionati a ricomprare il giocatore. "Non dimenticate che noi siamo gli autori di Eccezzziunale... veramente" - ha commentato Enrico. "Il calcio è l'altra nostra grande passione. Dovendo pensare a una truffetta e avendo noi scritto Febbre da cavallo che parla di una truffa, abbiamo immaginato questo ritorno a Canossa. Speriamo che Higuaín non si arrabbi, ma sta di fatto che a Napoli lo considerano o' traditore. Quanto a De Laurentiis, ieri ha visto il film e si è divertito tanto a vedersi chiamare in causa".

A interpretare, in Caccia al tesoro, il ladro romano Cesare è Max Tortora, che non è nuovo ai film dei Vanzina. Di lui Carlo ha detto: "Abbiamo fatto quattro film con Max e lo troviamo una persona meravigliosa. E' uno spasso stare sul set con lui, c'erano sere in cui non riuscivamo a smettere di ridere, in particolare quando imitava Adriano Celentano e Paolo Stoppa".

"Quando qualcuno ride delle cose che faccio" - ha scherzato Tortora - "non lo mollo più. Porelli, avrò imitato Stoppa 28 volte al giorno. Quando mi capita l'occasione di lavorare con persone che stimo, mi ritrovo sempre a ringraziare una qualche entità. In questo caso ringrazio San Gennaro. Ringrazio anche Salemme e Buccirosso perché, nonostante il loro affiatamento, mi hanno accolto come un loro collaboratore di vecchia data".

Prima di congedarsi e dare appuntamento in sala il 23 novembre, Enrico Vanzina ha parlato dello scandalo Fausto Brizzi e di Kevin Spacey: "Io non sono moralista, non sono un giudice e sono rimasto sconvolto da quello che hanno detto le ragazze a proposito di Fausto, ma la memoria è la memoria. Spacey è un grandissimo attore e non lo si può cancellare come se non fosse mai esistito. Kevin Spacey è Kevin Spacey, resta un artista di immenso talento. Fausto non è Kevin Spacey, ma togliere il suo nome da un manifesto è una cosa nazista".
Ecco invece l’opinione di Carlo Buccirosso: "Tutto quello che si sente non è bello, non è bello sfruttare il proprio potere per creare un rapporto di sottomissione e non è bello che ci sia un’improvvisa insurrezione verso il mondo dello spettacolo, che sembra l'unico corrotto. E' un polverone che si muove contro tutto e tutti e che rapidamente si dileguerà".
"Saremo tutti più tranquilli" - ha concluso Max Tortora - "quando i processi si faranno in tribunale e non in tv".

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