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Addio a Stanley Donen, che ci insegnò a cantare e ballare sotto la pioggia

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Morto all'età di 94 anni il leggendario regista e coreografo, premio Oscar alla carriera nel 1997 e Leone d'Oro alla carriera nel 2004.

Addio a Stanley Donen, che ci insegnò a cantare e ballare sotto la pioggia

Tra tutti gli straordinari talenti che l'Academy si è “dimenticata” di onorare negli anni, uno dei più grandi è stato quello di Stanley Donen, coreografo e regista di film indimenticabili, tanto che nel 1997 dovette rimediare con un Oscar alla carriera (il video, in cui canta e balla, lo vedete sotto). E proprio un giorno prima della 91esima cerimonia dei premi, Stanley Donen ci ha lasciato, all'età di 94 anni. Il suo nome, per molti di noi, è sinonimo di musical brillanti, romantici, spumeggianti e acrobatici, colorati e gioiosi. Era nato a Columbia, nel South Carolina, uno dei pochi ragazzi di famiglia ebrea della cittadina, e aveva conosciuto il bullismo e l'antisemitismo. Per difendersi e combattere l'infelicità e la depressione, iniziò a rifugiarsi al cinema, con una particolare predilezione per i western, le commedie e i thriller.

Nel 1933 vide Carioca, il musical con Fred Astaire e Ginger Rogers, che ebbe un impatto fortissimo su di lui. Raccontava di averlo visto 30 o 40 volte e aver provato ogni volta un senso di felicità e benessere, facendo esperienza di un mondo diverso e più sicuro. Iniziò a girare filmini casalinghi in super8 con la cinepresa che gli aveva regalato il padre e, ispirato da Astaire, iniziò a prendere lezioni di danza e ad esibirsi nel teatro locale. Diplomato a 16 anni, Donen frequentò per un semestre i corsi di psicologia della University of South Carolina, ma nel 1940, incoraggiato dalla madre, si trasferì a New York per coltivare la passione per la danza. La sua carriera iniziò dunque come ballerino di fila a Broadway, dove fece amicizia con Gene Kelly, protagonista del musical Pal Joey in cui lui stesso aveva danzato, prima di spostarsi nel 1943 a Hollywood e iniziare a lavorare come coreografo.

Dalla loro collaborazione nacquero nel 1949 Un giorno a New York, primo musical ad uscire dai teatri di posa e a portare la danza in strada, e nel 1952 quel capolavoro assoluto che è Cantando sotto la pioggia, la cui title track cantata da Kelly sarà genialmente riutilizzata da Stanley Kubrick, in assoluto contrasto con lo spirito originale, in Arancia meccanica. Compilation di celebri classici musicali americani, con attori in stato di grazia (la giovanissima Debbie Reynolds, Donald O'Connor, Jean Hagen e la splendida Cyd Charisse), il film è un omaggio all'epoca del vaudeville e del cinema muto, racconta con i suoi straordinari interpreti il difficile passaggio al sonoro e una storia d'amore, amicizia, onestà, ottimismo e successo fondato su solide basi. Il numero che dà il titolo al film scalda il cuore e – qui parlo a titolo personale – ci ha salvato da molti momenti di tristezza e depressione.

Come se non bastasse aver diretto uno dei capolavori della storia del cinema, Donen ha firmato altri film indimenticabili di quella che è forse la forma d'arte americana più elevata: è del 1954 lo straordinario 7 spose per 7 fratelli, con Jane Powell, Howard Keel e l'acrobatico Russ Tamblyn, vigorosa e divertente rilettura tutta americana del Ratto delle Sabine. Oltre alla collaborazione con Gene Kelly, che diresse di nuovo con Cyd Charisse nel 1955 in È sempre bel tempo, Donen ne ebbe una altrettanto proficua proprio con l'uomo che gli aveva dato l'ispirazione per la sua carriera, Fred Astaire, che diresse nel delizioso Sua Altezza si sposa, del 1951, in cui il ballerino 52enne sfida la forza di gravità danzando perfino... sulle pareti e sul soffitto di una stanza, per proseguire nel 1957 con Cenerentola a Parigi, dove Astaire divise la scena con Audrey Hepburn, altra attrice amata dal regista.

Tra gli altri, celebri film di Donen ricordiamo Baciala per me, Il gioco del pigiama con Doris Day, l'indimenticabile commedia romantica Indiscreto, con Cary Grant e Ingrid Bergman, e ancora, alla rinfusa, i brillanti L'erba del vicino è sempre più verde, con Grant, Robert Mitchum e Deborah Kerr, il divertente mystery Sciarada, ancora con Grant, Audrey Hepburn e Walter Matthau e l'avventuroso Arabesque con Gregory Peck e Sophia Loren: fu proprio l'attrice italiana a consegnargli nel 2004 il Leone d'Oro alla Carriera alla Mostra del cinema di Venezia. L'amata Audrey Hepburn è protagonista anche di un'altra perla della commedia, Due per la strada. Nel 1974 Donen dirige un altro musical, il poco noto Il piccolo principe, dal romanzo di Antoine de Saint-Exupery ed è del 1978 il divertente Il boxeur e la ballerina, con George C. Scott, affettuoso omaggio/parodia di tre generi tipici degli anni Trenta, i film sulla boxe, sull'aviazione nella prima guerra mondiale e il dietro le quinte dei musical di Broadway.

Dopo il bizzarro film di fantascienza Saturn 3, con Farrah Fawcett e Kirk Douglas, Donen si ritira dalla regia cinematografica con Quel giorno a Rio (1984), con Michael Caine e Dudley Moore. Sposato cinque volte, lascia la compagna al suo fianco dal 1999, la sceneggiatrice e regista Elaine May, e due figli, uno dei quali ha dato la notizia della sua morte. Quella di Stanley Donen è stata una vita lunga e ben vissuta, e gli dobbiamo la nostra profonda ed eterna riconoscenza per averci fatto indirettamente vivere un'epoca e un cinema in cui era ancora possibile sognare.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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