Cina e Blockchain: ancora in piedi il bando per le cripto, interessata dagli NFT, ecco il perché

E’ stato il primo, lo è tutt’ora, nemico giurato delle criptovalute. Ha ancora in piedi il bando delle monete virtuali, vietato il mining in patria. Eppure la Cina ammicca agli NFT, quel tipo speciale di token crittografico che rappresenta l’atto di proprietà scritto su Blockchain di un bene unico.

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Blockchain – Adobe Stock

L’anno scorso, il governo cinese ha vietato il commercio di criptovalute e l’estrazione mineraria in una delle più intense repressioni del mondo, con tanto di norme severissime. Eppure il governo cinese sta perseguendo altri usi della tecnologia blockchain e dei token non fungibili (NFT), purché la tecnologia rimanga sotto il suo controllo.

Lo sostiene il South China Morning Post. Lo conferma anche un interessante articolo del Sole 24 Ore: “La struttura messa in campo da Pechino vuole invece offrire un ambito differenziato rispetto agli Nft basati su cripto – si legge sull’autorevole periodico milanese con sede anche a Roma – lo farà fornendo supporto tecnico per aziende e individui mediante applicazioni sotto forma di Api per la creazione e la gestione dei token, che potranno essere pagati esclusivamente in yuan”.

L’annuncio cinese: vendere e acquistare NFT, nessun bando da Pechino

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NFT-Non Fungible Token – Adobe Stock

Questo mese, la Blockchain Services Network, una società blockchain cinese sostenuta dallo stato, prevede di implementare un’infrastruttura che consentirebbe a individui e aziende in Cina di produrre, vendere e acquistare NFT. He Yifan, amministratore delegato di Red Date Technology, una società che fornisce supporto tecnico a BSN, ha annunciato la notizia al South China Morning Post e ha spiegato che gli NFT “non hanno problemi legali in Cina” purché non siano collegati a criptovalute come Bitcoin che sono vietati in Cina.

L’ad cinese anche affermato che la Cina blocca tutte le blockchain pubbliche come Ethereum, che viene utilizzato come registro pubblico per supportare e monitorare il trading NFT. Invece, la rete BSN utilizzerà blockchain adattate di Ethereum e altre nove piattaforme che soddisfano i requisiti normativi in Cina, come garantire che tutti gli utenti verifichino le loro identità e consentire allo stato di intervenire in caso di “attività illegali”.

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BSN consentirà inoltre agli utenti di acquistare NFT utilizzando solo lo yuan cinese invece delle criptovalute comunemente utilizzate per scambiare NFT al di fuori della Cina. Crypto no, insomma, ma NFT sì.

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La domanda però sorge spontanea e qualche dubbio, parole ufficiali a parte: dovendo fare ricorso agli smart contract e ad applicazioni basate sulla decentralizzazione, gli NFT sono tradizionalmente sviluppati su architetture che fanno ricorso a criptovalute. Perché, dunque, continuare a osteggiare le monete virtuali? Cambierà qualcosa con questa strategia? Ai posteri l’ardua sentenza.

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