7 marzo 2019 - 22:46

Laccadive, il Paradiso in «centomila» isole

Di fronte alle coste del Kerala, un arcipelago dove domina la natura incontaminata: «Come le Maldive di cent’anni fa». Solo dieci sono abitate e cinque aperte agli stranieri

di Antonella De Gregorio

Laccadive, il Paradiso in «centomila» isole
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Come sul pianeta del Piccolo Principe, basta spostare la sedia di qualche passo per inseguire il crepuscolo, ammirare il sole che si liquefa nel blu dell’orizzonte o si smarrisce dietro palme altissime. Da Thinnakara lo vedi arrivare all’improvviso a occidente, rapido come fosse il cielo a muoversi. Mentre a Bangaram si attendono i colori intensi della fine del giorno accanto a una duna gigantesca, bianca come il gesso, che il gioco delle maree modella, svela e nasconde.

Lakswadweep: le «centomila isole»

Misurare le giornate con la lunghezza dei raggi del sole, contare i passi che servono per percorrere la circonferenza sabbiosa. O mettere la testa sott’acqua per veder passare pesci nemo, palla, chirurgo, sergente, farfalla, istrice, pappagallo, neri, bianchi, trasparenti. È questo che si fa su queste piccole isole indiane immerse nel Mare Arabico, qualche centinaio di chilometri al largo della costa del Kerala. Bangaram, Thinnakara e le piccole e disabitate Parali Uno e Parali Due sono un minuscolo atollo dell’arcipelago delle Laccadive, o Lakswadweep: «centomila isole», in sanscrito. In realtà sono in tutto 36, di cui solo dieci abitate e cinque accessibili agli stranieri, che devono munirsi di un permesso per visitarle.

Meta turistica

Luogo incontaminato e protetto, paradiso di palme, acqua celeste, coralli e conchiglie; popolate di granchi e aironi che si mettono in posa al tramonto; e nelle cui acque abbondano tartarughe embricate, squali nutrice e delfini. «Sono come le Maldive di cent’anni fa, o come le Andamane senza l’affollamento di turisti», dice Rizal, dive master di Mumbai, volato fin qui con una ventina di facoltosi clienti indiani che approfittano delle vacanze per ottenere un brevetto sub. Proviene dall’India, attualmente, la maggior parte dei visitatori e il governo sta facendo il possibile per incoraggiare il turismo, dato che le piccole dimensioni non permettono molte altre attività. Le strutture ricettive sono gestite da una società partecipata dallo Stato (SPORTS - Society for Promotion of Nature Tourism and Sports) che rilascia anche i permessi per accedere alle isole. Dove arriveranno presto anche strutture di lusso, e il wi-fi che al momento non esiste.

Il territorio

Il turismo rimarrà comunque di nicchia: c’è grande attenzione a preservare un ecosistema che è vulnerabile come il corallo di cui è costituito, messo in pericolo dall’azione dell’uomo e dall’innalzamento delle temperature dell’acqua, che ne hanno già provocato in molti punti lo sbiancamento. Il relativo isolamento di cui hanno goduto per secoli le isole da cui passarono l’esploratore portoghese Vasco de Gama, prima, i mercanti arabi e poi gli inglesi, riunite in un unico territorio dal 1956, ha sin qui preservato l’incredibile patrimonio naturale.

Le isole

Oggi il labirinto di atolli corallini, 33 chilometri quadrati di superficie totale, è popolato da 60mila persone, che parlano un dialetto del malayalam e praticano l’Islam. Le isole si raggiungono in poco più di un’ora di aereo da Kochi, capitale del Kerala, da dove parte un volo al giorno per Agatti, dove si trova l’unico aeroporto delle Laccadive. Si può arrivare anche in elicottero (unica opzione quando infuria il monsone) o via mare, ma con tempi che si allungano enormemente: tra 15 e 20 ore. Le navi passeggeri toccano le isole accessibili ai turisti: Minicoy (la più meridionale, popolare tra gli appassionati di surf da onda), Karavatti (la capitale: 52 moschee, spiagge di sabbia bianchissima e una laguna ricca di specie multicolori), Agatti (una sottile striscia di terra che ricorda un ago, lunga poco più di sette chilometri) e Kadmat («Cardamom Island», 8 chilometri di lunghezza per 500 metri di larghezza e area marina protetta).

Il turismo

A Bangaram, con la sua silhouette simile a una lacrima nella laguna, si arriva in lancia a motore da Agatti. Si soggiorna in un resort (riaperto nel 2016, dopo qualche anno di chiusura, scaduta la licenza della società privata che lo gestiva): una ventina di cottage sulla spiaggia, dove di recente sono stati aggiunti aria condizionata e tv a schermo piatto, che un po’ stonano con l’essenzialità della struttura. L’acqua esce dal rubinetto a temperatura costante e con sentore di zolfo, ma un pozzo attualmente in costruzione dovrebbe eliminare l’odore. In poco più di un’ora si fa il giro dell’isola a piedi, compresa una puntata al laghetto interno, dove vivono molte specie di uccelli (e qualche zanzara), tra mangrovie e slanciate palme da cocco. Sessanta, al massimo, i visitatori che l’isola può ospitare: per il resto è abitata dallo staff che ci lavora - un’ottantina di persone - dai ricercatori di una stazione di biologia marina, dai responsabili del posto di polizia: una casetta con le porte spalancate, musica ad alto volume e galline che razzolano intorno.

Le tende e il faro

Nella dirimpettaia Thinnakara la sistemazione è in tende eco-friendly: una decina di strutture robuste con corrente elettrica, letti in legno, ventilatori a pale, frigorifero. Un faro è il punto di riferimento del piccolo arcipelago. Unici abitanti dell’isola, che si raggiunge in barca in una manciata di minuti da Bangaram, sono il guardiano del faro e un pescatore che nella stagione «buona» – tra ottobre e maggio – pesca intorno all’isola piccoli pesci che mette a seccare al sole; ed estrae linfa dalla palma da cocco da cui ricava uno zucchero scuro, il Jaggery, melassa densa e appiccicosa che rivende una volta tornato in città.

Il viaggio

Per organizzare il viaggio da soli il sito è www.lakshadweeptourism.com. Per prenotare un soggiorno a Bangaram si può scrivere al manager dell’isola: reservation.bangaram@gmail.com. Avendo molto tempo a disposizione, si può richiedere il permesso per accedere alle isole direttamente in India, a Kochi. Procedure che diventano più semplici e veloci appoggiandosi ad agenzie specializzate, come le italiane Island Guru (www.islandsguru.it) - agenzia viaggi online specializzata in località tropicali - o www.vivindia.com.

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