29 marzo 2019 - 09:24

Donne e islam nella storia araba
Un convegno oltre gli stereotipi

Un docente dell’Università del Sacro Cuore illustra il senso e gli obiettivi dell’incontro «Shahrazade fuori dal palazzo», al quale partecipano relatori di 19 Paesi musulmani

di WAEL FAROUQ

Un’illustrazione che si richiama a «Le mille e una notte» Un’illustrazione che si richiama a «Le mille e una notte»
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Molti esponenti del pensiero e dell’arte sono venuti qui da Oriente e da Occidente per offrire il sunto delle loro esperienze come fautori e influenzatori della cultura umana. Non c’è tra di loro uno solo le cui opere non siano tradotte in altre lingue. Questo convegno è motivo di orgoglio per la mia Università, l’Università Cattolica. Non esiste un’istituzione scientifica o culturale esterna al mondo arabo che abbia prodigato le proprie risorse materiali, spirituali e scientifiche come fa questa Università, per creare uno spazio dedicato alla cultura araba, sostenendo le opportunità di incontro e coesistenza in una città che si prepara a diventare una delle maggiori città cosmopolite del mondo oggi.

L’Università Cattolica conferma il suo ruolo come parte attiva nel contesto cittadino, contribuendo, come istituzione per la conoscenza e l’istruzione, nell’affrontare le questioni di attualità e le loro sfide, e presentando i fatti della scienza e i valori della civiltà ai predicatori della chiusura, dell’isolamento e della paura dell’altro.

Il primo fatto scientifico e culturale è che nella storia dell’uomo non sono mai esistite una cultura o una civiltà che siano riuscite a sopravvivere e a dare, isolatamente dal loro contesto. La tecnologia ha abbattuto le barriere del tempo e dello spazio. La globalizzazione ha unificato gli stili di vita sul pianeta azzurro, ma ha creato una civiltà la cui icona è il vetro che opprime l’architettura moderna, per dichiarare il desiderio che domina l’uomo moderno affinché «veda e sia visto», senza che avvenga una vera connessione.

Viviamo in un’era di barriere trasparenti, di recinti invisibili, l’era dell’informazione che si trasforma in conoscenza, fuori dal contesto dell’esperienza umana. Per questo abbiamo scelto Shahrazade, lo stereotipo più radicato delle artiste arabe. L’abbiamo tirata fuori dal suo palazzo di vetro, fuori dalla sua storia, dagli stereotipi fissi, negativi e positivi, fuori dall’ideologia orientalista e femminista nella stessa misura.

In questa conferenza ci proponiamo di vedere lo spazio che la donna occupa nella realtà e la portata della sua influenza su di essa, attraverso la scrittura e la creatività e che, storicamente, è stata il portale che la donna ha abbattuto per affermare la sua presenza nello spazio pubblico. Abbiamo cercato di fare in modo che i partecipanti rappresentassero la ricca varietà della realtà e della creatività. Sono venuti da diciannove Paesi per portare le loro esperienza creative e scientifiche diverse e diversamente ricche. Sono venuti a presentarci le esperienze di artiste vive e attive nella coscienza e nella memoria culturale araba.

I partecipanti hanno scelto sentieri diversi: testimonianze di artiste ed artisti sulle loro esperienze creative e sulle loro esperienze di vita, che hanno giocato il ruolo maggiore nel formare la loro coscienza, come la ricostruzione dei contesti che hanno racchiuso quelle esperienze stesse, la rilettura della storia e la frantumazione delle sue metafore.

Altri hanno scelto di rivolgersi al presente, alla partecipazione della donna nelle grandi questioni attuali, come le nuove costituzioni legislative seguite alle rivoluzioni arabe; la creatività delle donne nei contesti delle guerre in Siria, Yemen. Altri ancora hanno cercato di riprendere ciò che sembra marginale nella lingua della cultura, come gli studi sulla lingua della moda e del costume, il suo uso nella letteratura. Altri hanno scelto di parlare delle esperienze della donna nello spazio pubblico, nelle istituzioni dell’editoria e della traduzione. Altri inseriscono la donna nel contesto di questioni ancora più ampie, come la relazione tra l’io e l’altro. Altri esplorano il sé creativo della donna descrivendo la letteratura come una relazione col sé. Altri frantumano le metafore istituite degli stereotipi della donna.

Tutti gli interventi che abbiamo esaminato sfuggono alla trappola dei cliché teorici e riescono a trasformare il dolore, il desiderio, ambizione, coraggio, speranza, in concetti materializzati che si potrebbero afferrare e usare per protestare contro lo smarrimento nei labirinti dell’astratto e dell’ideologia.

In questo convegno, abbiamo cercato anche di celebrare esperienze di conoscenza eccellenti, come le pubblicazioni della rivista di poesia araba “Baraat”, il cui primo numero è stato pubblicato da pochi giorni, l’antologia dei poesia araba di Francesca Corrao e Simone Sibilio, pubblicata recentemente, il dizionario storico della lingua araba, un grandioso progetto dell’Autorità del Libro di Sharjah.

Poiché lo scopo principale di questo convegno è offrire un servizio agli studenti di lingua araba dell’Università, a più di 500 studenti, abbiamo dedicato un’intera sessione del convegno per permettere agli studenti laureati di dialogare direttamente con gli scrittori e i poeti.

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