14 luglio 2018 - 09:51

Scimpanzé decimati da bracconieri e deforestazione: una giornata per loro

L’iniziativa del Jane Goodall Institute: il 14 luglio, lo stesso giorno in cui l’etologa britannica iniziň lo studio sulla specie, diventa occasione di mobilitazione mondiale

di Maria Grazia Filippi

(Ansa) (Ansa)
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Agli inizi del ‘900 se ne contavano da uno a due milioni, meravigliosamente liberi fra le foreste d’Africa. Oggi sono scesi ad un numero che, complessivamente, si aggira tra i 350 mila e i 400 mila. Sono gli scimpanzé, gli esseri viventi piů simili all’uomo. Ma l’uomo, tra deforestazione, bracconaggio -perché la loro carne a lungo č stata giudicata una prelibatezza - e la crudeltŕ della cattivitŕ per esibirli come fenomeni da baraccone, non ha fatto molto per loro. Oggi, 14 luglio 2018, cerca di rimediare celebrando la prima Giornata Internazionale dello Scimpanzé. A lanciarla č stata ovviamente Jane Goodall, la «sacerdotessa» degli scimpanzé ai quali ha dedicato la sua intera esistenza e tutta la sua storia professionale. E non a caso infatti č stato scelta questa data: il 14 luglio č il giorno in cui l'etologa e naturalista inglese, fondatrice del Jane Goodall Institute e messaggero di pace delle Nazioni Unite, iniziň la sua ricerca pionieristica sugli scimpanzé in quella zona dell’Africa che oggi č diventato il Gombe Stream National Park in Tanzania.

De Donno: «49 esemplari nel nostro Paese»

Il World Chimpanzee Day, voluto dal Jane Goodall Institute e sostenuto da tutte le sue costole nel mondo e da molte altre istituzioni internazionali come il PASA Pan African Sanctuary Alliance, la Global Federation of Animal Sanctuaries e il NAPSA North American Primate Sanctuary Alliance, non č perň una giornata di celebrazioni fine a se stessa: «Vogliamo lanciare l’allarme su una specie a rischio estinzione», spiega Daniela De Donno, fondatrice del Jane Goodall Institute Italia e a lungo collaboratrice della famosa etologa. E per aumentare la sensibilizzazione sull’argomento, il Jane Gooldall Italia approfitta della Giornata mondiale dello scimpanzé, per fare il punto della situazione italiana. Perché anche l’Italia, che certamente non č habitat naturale per questa scimmia che condivide con il l’uomo il 98 per cento del DNA, puň contarne la presenza di un certo numero, ovviamente in cattivitŕ. «Attualmente nel nostro Paese ci sono 49 scimpanzé — spiega ancora De Donno — il piů giovane ha appena un anno, il piů vecchio č un maschio di 52 anni. Ci sono anche un gorilla e due oranghi.Tra questi gli scimpanzé provenienti da sequestri sono ben 23».

Migliorare le condizioni di quelli detenuti

Ben lontani dall’essere liberi, anche se accolti in strutture controllare e allineate alle direttive mondiali sulla conservazione delle specie animali a rischio, gli scimpanzé «italiani», provengono da storie decennali di cattivitŕ davvero molto tristi. «Alcune strutture in Italia devono ancora fare molto per migliorare le condizioni di vita degli scimpanzé detenuti, nel rispetto del loro benessere fisico ed equilibrio comportamentale. Per questo vogliamo che se ne parli e per questo pubblichiamo ogni anno “La guida delle grandi scimmie nelle strutture italiane"», spiega De Donno. Grazie alla guida scopriamo che in Italia gli scimpanzé in cattivitŕ sono suddivisi tra diverse regioni e in svariate istituzioni: il Parco Natura Viva di Bussolengo ne accoglie 13, il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica di Monte Adone 10, mentre 4 sono al Bioparco di Roma e 7 al Parco Faunistico Zoo Safari di Fasano. Due sono al Bioparco di Siciia, 3 allo zoo di Aprilia. I 6 scimpanzé al Safari Ravenna sono tutti ex proprietŕ di una signora tedesca che li teneva come fenomeni da baraccone da esibire al pubblico. Ma se Bingo e Susy hanno a disposizione gli spazi del Bioparco di Roma, Davidino e Tommy hanno trovato casa al Parco Natura Viva di Bussolengo e Funny e Peggy al Safari Ravenna, migliore sorte č toccata a Bingo, Cozy e Rambo.

La storia di Cozy

Non certo per le loro storie, tutte di sfruttamento e di cattivitŕ estrema, ma proprio perché a loro č stata concessa una vecchiaia in grandi santuari, in un regime di semilibertŕ che li ha riportati, grazie all’impegno del Jane Goodall Institute Italia e alla collaborazione con il Servizio CITES del Corpo dei Carabinieri, a volteggiare fra i rami degli alberi delle foreste ripagandoli almeno in parte di ciň che gli era stato rubato. Cosě Cozy č volato in Sudafrica, Bingo in Belgio e Rambo in Congo. «Cozy č il simbolo degli sforzi coordinati del JGI Italia e delle Autoritŕ Ambientali italiane, che sono riusciti a dare una casa ad uno scimpanzé vittima dello sfruttamento per l’intrattenimento», racconta De Donno. Nato negli Stati Uniti nel 1996, «separato dalla madre a un anno di etŕ, perché venduto a un giocoliere che lo ha introdotto illegalmente in Italia ed usato per spettacoli itineranti, costringendolo a posare per fotografie e a fare scherzi e giochi per intrattenere le persone, Cozy č stato castrato per diminuirne l’aggressivitŕ e, a causa di ripetuti colpi alla testa, ha un danno cerebrale». Dal 2003, quando morě il suo padrone, Cozy č rimasto rinchiuso in un camper, senza mai vedere la luce del sole. Nel 2003 il servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato di Macerata č venuto a conoscenza di Cozy e ha chiesto al JGI Italia di intervenire con la sua rete. «Siamo andati a trovarlo, procurandoci una stretta al cuore: un giovane individuo confinato in una gabbia di un metro per uno, completamente al buio, dentro un un camper parcheggiato! Fortunatamente, il Santuario del JGI Chimp Eden in Sud Africa si č offerto di accogliere Cozy. Non tornerŕ mai a vivere completamente libero, ma qui puň socializzare con altri individui giovani, in un ambiente protetto simile a quello naturale». Cozy non tornerŕ mai ad essere normale: le sue capacitŕ mentali non saranno mai piů quelle di prima. Ma la sua nuova comunitŕ, gli scimpanzé del santuario che ormai sono la sua nuova famiglia, lo hanno accettato per quello che č. Il divertente giullare del gruppo.

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