28 ottobre 2018 - 11:16

Portobello con Antonella Clerici, polemiche per la presenza del pappagallo in tv

Gli animalisti denunciano ancora l'uso di animali sulla Rai: «Ci sarà un'impennata di vendite di questi animali che dovrebbero vivere in libertà. È irresponsabile esibirli in Tv!». Intanto l'animale non è più legato al trespolo come negli spot

di Beatrice Montini

Portobello con Antonella Clerici, polemiche per la presenza del pappagallo in tv
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A 31 anni di distanza dalla fine dello storico programma di Enzo Tortora,torna sulla Rai con Antonella Clerici «Portobello». E, come 3 decenni fa, tra i protagonisti dello show c'è un bellissimo pappagallo verde. Ma la presenza di un animale in una trasmissione sulla tv pubblica non piace alle associazione animaliste. «Dopo più di 30anni di passi avanti contro sofferenza animali, riproporre in Tv (tra rumori, luci) pappagalli o acquari significa non aver compreso che la società si è evoluta. Invitiamo gli autori di @Raiuno a fare show senza animali #portobello», scrive la Lav su Twitter rilanciando una critica di Sara Turetta, fondatrice della Onlus Save the dogs. «Ci sarà un'impennata di vendite di questi animali che dovrebbero vivere in libertà. È irresponsabile esibirli in Tv!», sottolinea Turetta. «L’amazzone, legato o meno sul suo trespolo, nello studio della Rai si trova bene quanto staremmo noi uomini in una metropolitana sovraffollata, senza aria condizionata e con la musica che ci perfora i timpani - spiega Ermanno Giudici de «Il Patto Tradito» - Magari con l’idea che la nostra esistenza sia in pericolo. Che un nemico ci stia per attaccare». Anche il consigliere Rai Riccardo Laganà, il primo ad essere stato eletto dall’assemblea dei dipendenti di Viale Mazzini, è intervenuto in merito: «Io sono in generale contrario alla presenza di animali in tv», ha spiegato al Corriere della Sera.

Le polemiche sulla presenza del pappagallo erano iniziate già prima della messa in onda, con la diffusione degli spot della trasmissione. Qui, in particolare, si era notato il fatto che il pappagallo fosse legato con una catena al trespolo e avesse il becco chiuso con dello scotch. Sos pappagalli onlus aveva condiviso una petizione online e Canale etologia aveva denunciato: «Da quanto si evincerebbe dai fotogrammi dello spot, l’amazzone utilizzata per la pubblicità non soltanto è legata (tecnica di detenzione vietata in molte regioni italiane), ma la corda risulterebbe avvolta più volte al trespolo, impedendo all’animale qualsiasi tipo di movimento. Inoltre, sembrerebbe pure che sul becco del volatile sia presente un pezzo di nastro adesivo. L’immobilizzazione di questo pappagallo durante le riprese, non soltanto è assurda e in pieno conflitto con le più semplici norme di buona detenzione e gestione, ma risulta essere anche del tutto inutile e inopportuna, dal momento che, in ogni caso, non sarebbe stato difficile trovare un pappagallo ben socializzato ed equilibrato, abituato alla presenza delle persone, per gestirlo completamente libero di esprimersi».

Sos pappagalli aveva anche presentato, venerdì, una denuncia contro la Rai per maltrattamento di animali con un avvocato di Civitavecchia. «Sembra che qualcosa abbia funzionato - ci spiega Alicia Andrews, presidente dell'associazione - In trasmissione non c'era lo stesso pappagallo dello spot e l'animale non era più legato alla catena».

Non è la prima volta che la Rai finisce sotto accusa per l'uso degli animali. L'ultimo episodio lo scorso anno quando c'era stata una mobilitazione per chiedere a Fabio Fazio di rinunciare all'acquario con i pesci come scenografia del suo programma «Che tempo che fa». E prima ancora si era scatenata una dura protestal'uso di un maialino durante uno sketch di Littizzetto. L'attrice lo aveva portato nello studio dopo la bocciatura del cosiddetto «Porcellum» da parte della Consulta. Quella presenza non era piaciuta in particolare all’associazione Animalisti Italiani che aveva presentato un esposto per maltrattamento di animali.

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