27 febbraio 2019 - 19:10

Allarme Wwf, entro i prossimi 35 anni a rischio il 30% degli orsi polari

Ogni l’habitat della specie si riduce sempre di più a causa del riscaldamento globale. La speranza di trovare nuove fonti di cibo, porta questo schivo predatore ad avvicinarsi ai centri abitati dall’uomo, mettendo a rischio la sua vita e la sicurezza delle comunità

di Silvia Morosi

Allarme Wwf, entro i prossimi 35 anni a rischio il 30% degli orsi polari
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Di anno in anno la «casa» dell’orso polare si riduce sempre più velocemente per colpa del riscaldamento globale. Se il fenomeno continuerà a questa velocità entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30 per cento della popolazione della specie ad oggi esistente. L’allarme è stato lanciato dal Wwf in occasione della Giornata Mondiale dell’orso polare che si celebra ogni anno il 27 febbraio. La specie è classificata con codice VU (vulnerabile) nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale della per la Conservazione della Natura principalmente a causa dei fattori antropici, che anno dopo anno stanno distruggendo il loro prezioso habitat naturale.

Il riscaldamento del Pianeta sta portando a una drammatica riduzione dei ghiacci marini estivi, riducendo l’habitat di caccia della specie. L’organizzazione avverte poi che la scomparsa dell’habitat e la speranza di trovare nuove fonti di cibo stiano portando anche questo predatore ad avvicinarsi ai centri abitati dall’uomo, mettendo a rischio la sua vita e la sicurezza delle comunità.

Il Wwf ha lavorato e lavora tuttora con i governi e le comunità artiche per limitare i rischi per orsi polari e persone, come alcune squadre in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia. In genere, spiega l’associazione, quando la pattuglia incontra un orso vicino a una comunità, cerca per prima cosa di allontanarlo con il rumore del motore dell’Atv o degli spari di fucile.

Al momento la popolazione di orsi polari è stimata tra i 22 e 31mila individui, il 60% dei quali si trovano in Canada. Ma diversi studi concordano sul rapido declino che potrebbe portare alla scomparsa di circa un terzo dell’attuale popolazione entro il 2055.

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