11 agosto 2018 - 18:35

Razzismo e tifo avvelenato, i numeri della violenza negli stadi

I tifosi arrestati sono aumentati da 13 a 52, quelli denunciati da 283 a 428.Il razzismo è però la piaga che preoccupa di più

di Fausta Chiesa

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Campionato di calcio, il 18 agosto riparte la Serie A. E il clima – viste le violenze della stagione passata - si annuncia molto caldo. Rispetto alla stagione precedente, nella classe maggiore le partite con feriti a bordo campo sono salite da 19 a 33 e la violenza tocca anche chi lavora per la sicurezza degli altri: i feriti tra le Forze dell’ordine sono passati da 11 a 18, tra gli steward da 2 a 4. I tifosi arrestati sono aumentati da 13 a 52, quelli denunciati da 283 a 428. I dati del report finale dei campionati di calcio elaborati dall’Osservatorio nazionale sulle violenze sportive che raffrontano la stagione appena conclusa con quella precedente (che comunque conta una ripresa della partecipazione di pubblico allo stadio) non danno buone notizie. Il confronto conferma la generale tendenza negativa che si era già vista nel girone di andata. In base al rapporto, se gli incidenti allo stadio o nelle immediate vicinanze sono stati praticamente nulli, si è invece registrata una ripresa pericolosa di condotte delinquenziali o incivili lungo le vie di trasporto, specialmente lungo le strade, che sono passate da 93 a 120. “Protagonisti” i tifosi della serie A (da 45 a 65), seguiti dalla Lega Pro (da 23 a 35) e dalla serie B (da 25 a 20). Negli stadi, accanto al tifo “normale”, si sono visti quelli che picchiano, appendono striscioni contro gli ebrei e cantano cori contro i neri.

Non solo calcio

La «gioia incontenibile» (leggi il comportamento pericoloso) dei tifosi del Frosinone per la promozione in A il 16 giugno, grazie alla vittoria a Palermo, è costata a undici di loro il Daspo, cioè il divieto di assistere alle manifestazioni sportive. Ma la violenza esplode anche nel calcio minore. In provincia di Varese, durante un torneo estivo, un arbitro è stato inseguito e picchiato da due giocatori a causa di un cartellino rosso. Il razzismo è la piaga che preoccupa di più e che non ha mancato di mostrare il lato peggiore anche durante gli ultimi Mondiali di calcio quest’estate in Russia. L’Italia non è esente. Anzi. In base al report dell’osservatorio dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori) relativo al campionato di calcio 2016/2017, nonostante una leggera diminuzione dei casi (-2,5%) i calciatori sono nel mirino. E un fenomeno in aumento è quello degli insulti sui social media. «Contro il razzismo nel calcio dobbiamo fare ancora tanta strada se vogliamo liberare gli stadi da questa piaga», aveva detto Mario Balotelli, ospite in video alla presentazione dei Mondiali Antirazzisti a fine giugno. Proprio Balo era stato preso di mira dai tifosi con cori e striscioni ingiuriosi: peccato che, come noto, sia figlio di genitori ghanesi, nato a Palermo e cresciuto con una famiglia di Brescia. «L’Italia non è un Paese razzista, ma i razzisti ci sono. La Francia non è un Paese razzista, ma i razzisti ci sono. In ogni Paese esiste qualcuno che ha un pensiero marcio. Il compito di tutti è isolare certe persone, renderle ridicole di fronte a un modo di pensare medievale che nel 2018 non può più esistere». Al debutto della prossima stagione, però, c’è una novità: entro la loro prima gara ufficiale tutte le società dovranno aver adottato il Codice etico («Codice di regolamentazione della cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni calcistiche»), come richiesto dalla Figc, altrimenti rischiano 200.000 euro di ammenda.

Il ruolo dei club

I club dovranno intervenire nei confronti dei tifosi che si comportano male (atti di violenza, striscioni, razzismo) e nei casi estremi è previsto anche il ritiro dell’abbonamento. Per dare una mano ai club, la Lega Serie A, con il sostegno dell’Osservatorio, ha fornito una bozza di Codice che poi i club hanno adottato in toto o hanno arricchito nei contenuti secondo le proprie valutazioni. Sono anche previste multe da 20.000 a 5000 euro nei confronti delle società che non applicheranno le misure previste dal codice. Un anno fa è stato firmato il «Protocollo d’Intesa sulla Fruizione degli Stadi» tra Figc, Coni, ministeri dell’Interno e per lo Sport, Lega Serie A, Lega B, Lega Pro, per introdurre un nuovo modello di gestione della sicurezza e dello stadio che si articola su tre aree: l’impiantistica sportiva, l’organizzazione e la fruibilità. Per quanto riguarda il ticketing, è stata prevista un’evoluzione della tessera del tifoso, con l’acquisto libero dei biglietti delle partite non a rischio e dell’abbonamento, ma è anche stato introdotto il meccanismo del gradimento: la società potrà revocare l’abbonamento ai tifosi ritenuti non graditi.

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