15 ottobre 2018 - 12:37

Emergenza migranti? I veri dati (della Fao) e i falsi miti da sfatare

Nel report «Migrazioni, agricoltura e sviluppo rurale» l’agenzia Onu indaga gli aspetti meno noti del fenomeno migratorio e dà i numeri corretti. I flussi? Soprattutto interni

di Fausta Chiesa

Emergenza migranti? I veri dati (della Fao) e i falsi miti da sfatare
shadow

Emergenza migrazione? Su scala mondiale le migrazioni interne agli Stati o in Paesi confinanti sono di gran lunga superiori ai flussi migratori internazionali e rappresentano un fattore essenziale del processo di sviluppo economico globale. Lo rileva il rapporto 2018 dell’Organizzazione Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), intitolato «Migrazioni, agricoltura e sviluppo rurale». Il rapporto indaga gli aspetti meno noti delle migrazioni internazionali e regionali, che vedono in prima linea i Paesi in via di sviluppo, teatro di flussi interni per un totale di un miliardo di persone, numero di gran lunga superiore a quanti lasciano il continente di provenienza.Dati alla mano, in 25 anni - tra il 1990 e il 2015 - il numero di migranti nel mondo non è aumentato di molto, da 153 a 248 milioni di persone, e nello stesso periodo i migranti hanno rappresentato soltanto tra il 2,9 e il 3,3 per cento della popolazione globale. A oggi il 30 per cento dei rifugiati vive in zone rurali nei Paesi di accoglienza mentre nei flussi interni all’Africa sono l’80 per cento.

Nel 2016 su scala mondiale i migranti forzati - a causa di conflitti, persecuzioni e violenze generalizzate - sono stati 66 milioni, di cui 40 sono rimasti all’interno del proprio Paese, mentre gli altri hanno chiesto rifugio e asilo fuori dai confini nazionali. Nove rifugiati su dieci sono accolti in Paesi in via di sviluppo, spesso in zone rurali, con ricadute importanti sulle popolazioni agricole povere. Nel 2015 il 38% dei migranti si è spostato verso un altro Paese in via di sviluppo, quasi sempre sullo stesso continente, mentre solo il 35% ha raggiunto un paese sviluppato del Nord del mondo. Altrettanto significativi i flussi migratori all’interno della stessa regione: nel mondo l’85% dei rifugiati viene accolto nei Paesi confinanti. Così gli spostamenti regionali più significativi avvengono tra Paesi dell’Africa occidentale e tra nazioni dell’ovest asiatico. Invece le migrazioni all’interno dello stesso continente riguardano maggiormente i cittadini originari di Paesi dell’Africa centrale e dell’Asia meridionale.

Le migrazioni, oltre alle difficoltà sulle quali spesso si focalizza il dibattito politico, «sono parte integrante dello sviluppo economico, sociale e umano» e consentono allo stesso tempo di «ridurre le ineguaglianze sia all’interno dei Paesi che tra Paesi». Nei Paesi a basso reddito, chi ha già migrato all’interno dello stesso territorio è cinque volte più propenso a spostarsi all’estero rispetto a chi non ha mai lasciato la propria casa. Nei Paesi in via di sviluppo invece caratterizzati da un elevato tasso di urbanizzazione, le migrazioni rurali rappresentano il 50% dei flussi interni di popolazione; una percentuale pari al 75% in Africa subsahariana. Le popolazioni più povere delle zone rurali sono quelle che si spostano meno e, nelle situazioni di crisi, sono loro ad accogliere flussi importanti di sfollati, con pesanti ripercussioni in termini economici e sociali.

Invece, sottolinea la ricerca dell’agenzia Onu, nei Paesi sviluppati l’arrivo di migranti «può contribuire alla riduzione della penuria di manodopera per lo svolgimento di attività agricole ad alto valore, che poco si prestano alla meccanizzazione». Le migrazioni in zone rurali dei Paesi del Nord del mondo potrebbero quindi rappresentare un’opportunità economica, ma «l’integrazione è sovente difficile, sia per i migranti che per i paesi di destinazione». Un’opportunità che si trasforma in sfide, e per risolverle la Fao suggerisce di far «approvare e attuare nuove regolamentazioni, programmi di tutela dei diritti dei migranti lavoratori per migliorare le loro condizioni di lavoro». Inoltre, per avere «migrazioni sicure, ordinate, legali e per ottimizzare i flussi in termini sociali ed economici», lo studio Onu fa notare che «è essenziale arrivare a una coerenza tra politiche migratori, politiche agricole e di sviluppo rurale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT