19 marzo 2019 - 20:56

Appello da Bologna: «Il governo conceda la proroga per i nuovi statuti»

L’economista è intervenuto all’evento di «Buone Notizie» a Bologna. Lodo Guenzi, de Lo Stato Sociale: «Aiutare chi muore in mare è una questione di umanità»

di Fausta Chiesa

Appello da Bologna: «Il governo conceda la proroga per i nuovi statuti» I bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano all’evento di Buone Notizie a Bologna
shadow

«Il governo deve subito prorogare la scadenza del 2 agosto che impone agli enti del Terzo settore di modificare lo statuto. Visto che sarà costretto a dare la proroga, lo faccia subito. La richiesta al governo deve partire da qui». A lanciare l’appello è l’economista Stefano Zamagni dal palco dell’evento di «Buone Notizie» - seconda tappa del viaggio in Italia da Nord a Sud - che si è svolto il 19 marzo a Bologna nella sede dell’Antoniano. E lo ha fatto davanti a centinaia di persone e a decine di associazioni, fondazioni e onlus dell’Emilia-Romagna che con la Riforma sono diventati tutti enti del Terzo settore. Nel dibattito moderato dalla responsabile Elisabetta Soglio, responsabile del Corriere Buone Notizie - L’Impresa del Bene e a cui ha partecipato anche Teresa Marzocchi, responsabile della Diocesi per il Progetto «Insieme per il lavoro», gli ha fatto subito eco l’assessore al Lavoro e alle Politiche per il Terzo settore del Comune di Bologna Marco Lombardo: «Il Terzo settore è un pilastro sociale identitario del nostro territorio. Oltre a chiedere la proroga chiediamo a governo di rendere operativa la riforma del Terzo settore». Tra la presentazione di un’associazione e quella di una fondazione, tra il Piccolo Coro dell’Antoniano e la performance della Banda Rulli Frulli, si è parlato di passato, presente, ma soprattutto futuro del mondo del non profit.

Di che tipo di Terzo settore ha bisogno l’Italia? «L’errore in cui ci hanno indotti è di credere che una società potesse vivere in stato di felicità soltanto con i beni di giustizia forniti dallo Stato», ha detto Zamagni. «Invece i beni di gratuità, che ci legano l’uno all’altro, sono indispensabili. È la motivazione ideale che spinge le persone a mobilitarsi. Se vediamo gli enti soltanto con l’occhiale del funzionalismo non ci sarà un nuovo umanesimo. Bisogna investire di più in cultura per non appiattirci su un meccanismo di tipo anglosassone, che considera gli enti soltanto in base a quello che fanno. La filantropia non potrà mai produrre quegli stessi beni di gratuità. Ma i nostri politici non riescono a capirlo».

Si è parlato di «nuovo umanesimo», che aveva citato anche il vescovo di Bologna don Matteo Zuppi in un’intervista apparsa sullo speciale di Buone Notizie dedicato a Bologna e all’Emilia-Romagna e uscito nel giorno dell’evento. Per Lodo Guenzi, cantante de Lo Stato Sociale, basterebbe un po’ di umanità. «Il tema dell’immigrazione e complesso e non sono io quello che lo risolve», ha detto, intervistato dall’editorialista del Corriere della Sera Marco Imarisio. «Ma aiutare chi muore in mare è una questione di umanità». La realtà si cambia andando a vedere personalmente e a guardare le persone negli occhi non con milioni di visualizzazioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT