18 agosto 2018 - 20:18

La pagoda della Santanchè al Twiga. Il Pd: «Verificare le irregolarità»

Interrogazione comunale a Pietrasanta per la struttura costruita dalla senatrice di Fratelli d'Italia sulla spiaggia privata di Briatore: «Troppo lusso, pare una casa»

di Giuseppe Gaetano

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La pagoda della discordia si trova al confine fra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi, poggiata sulle bianche sabbie della Versilia: è costruita in legno ed occupa in tutto una cinquantina di metri quadrati. Ma il nodo è che ad utilizzarla è l'onorevole Daniela Santanché sulla spiaggia del Twiga, il celebre bagno di proprietà dell'amico Flavio Briatore. La polemica agostana è stata scatenata dal Pd locale. Un lusso eccessivo, secondo il capogruppo democratico in consiglio a Pietrasanta, Ettore Neri, visto che strutture simili - nonostante la zona rinomata - non sono presenti in nessun altro stabilimento balneare della costa: «Una nuova aristocrazia spocchiosa e arrogante si sta formando nel nostro Paese?» polemizza. Poco importa, a quanto pare, che il lido sia privato: la sua realizzazione potrebbe non rispettare le norme previste, per tutti, dai regolamenti comunali. Più che una pagoda, secondo quanto denuncia l'opposizione, il piccolo edificio «sembra possedere tutti i requisiti di una civile abitazione: elettricità, wifi, impianto tv» spiega Neri, che sull'argomento ha depositato un'interrogazione. Anche le dimensioni non lo convincono: «Sembrano non avere nulla a che fare con le tipologie usuali consentite in queste aree, quali tende e ombrelloni». Facendo riferimento alle leggi vigenti, l'esponente dem chiede al sindaco della cittadina lucchese «qual è l'eventuale autorizzazione rilasciata per la realizzazione di tale manufatto» e se «il Comune ha provveduto ad accertarne la conformità». Se poi si somma il fatto che il maxi gazebo è frequentato dalla senatrice di Fratelli d'Italia, e che l'amministrazione di Pietrasanta è di centrodestra, la questione diventa anche (e forse soprattutto) politica: «Si rischia di dare l'impressione che ci siano soggetti ai cui tutto è consentito - sostiene Neri -, anche accogliere tre o quattro massaggiatrici abusive sotto una grande costruzione in riva al mare che forse non è legittima, solo per il fatto che appartengono alla categoria dei ricchi e potenti». E, a quanto riporta La Nazione, la Guardia Costiera avrebbe già fatto visita al padiglione della Santanchè, che in questa settimane sta tappezzando il suo profilo Instagram anche con le foto scattate sotto il tetto della pagoda. Va detto che le normative sull'edificabilità in prossimità del demanio marittimo possono variare secondo la località: il bagnasciuga è uno spazio che deve restare pubblico ma, prima di gridare allo scandalo, si dovrà probabilmente calcolare, oltre alla superfice effettivamente occupata, la distanza dalla battigia e la mobilità della struttura.

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