16 dicembre 2018 - 22:29

Il carabiniere aggredito dai tifosi: «La pistola in mano per tenerli lontani»

Il video choc. Aiutava un tedesco. Caccia ai teppisti. Lui: ho fatto il mio dovereCaccia ai teppisti. Lui: ho fatto il mio dovere

di Rinaldo Frignani

Le immagini dell’aggressione (Ansa)
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ROMA- Qualcuno quel video lo ha postato sulla Rete. Prima su una chat, poi direttamente su Facebook. Qualcuno che lo ha fatto diventare virale, e che nella notte di giovedì scorso si trovava in via di San Francesco a Ripa, nel cuore di Trastevere, vicino o addirittura nel gruppo di teppisti incappucciati (non si esclude ultrà laziali, secondo chi indaga) che ha seminato il panico nel rione per dare la caccia ai tifosi dell’Eintracht Francoforte.

Il video

È una traccia concreta che adesso potrebbe portare a chi - oltre ai tre tedeschi finiti in ospedale - ha aggredito un appuntato dei carabinieri di 35 anni, ferendolo con una bottigliata alla testa e lanciandogli addosso un cassonetto dei rifiuti. In quelle immagini, che fin da poche ore dopo l’episodio hanno fatto il giro del web, si vede il militare dell’Arma che, pistola in pugno, affronta una cinquantina di esagitati che si sono appena accorti di lui. Finisce sotto il lancio di oggetti, indietreggia sui sampietrini bagnati tenendo sotto tiro gli incappucciati che gli gridano di tutto, cercando un riparo. Il carabiniere, in servizio alla compagnia Trastevere, stava seguendo il gruppo, fornendo via radio alla centrale operativa indicazioni sugli spostamenti per i vicoli dei teppisti che avevano già picchiato una dozzina di tifosi dell’Eintracht sorpresi fuori da un ristorante, vicino via di San Cosimato. E mentre un collega era rimasto con uno dei feriti in attesa dell’ambulanza, lui e un altro carabiniere si erano messi all’inseguimento degli aggressori.

Pistola in pugno

Scoperti dagli ultrà, l’appuntato ha impugnato la pistola. Ma non ha sparato. «Ho fatto solo il mio dovere - ha spiegato ai superiori -. Ho estratto l’arma per tenerli lontani, ma non ho aperto il fuoco». Il sottufficiale preferisce non parlare in pubblico. La sua identità rimane riservata. Mentre le indagini proseguono, l’Arma si stringe attorno al suo militare. «Ha pensato non solo all’incolumità delle vittime, ma pure a quella dei suoi aggressori», sottolinea il comandante generale Giovanni Nistri, in visita al contingente che sta addestrando la polizia irachena a Bagdad.

Bottigliata in testa

Per quella bottigliata alla testa l’appuntato è stato portato in ospedale e giudicato guaribile in una settimana per trauma cranico. «Era impegnato in uno dei tanti servizi notturni a piedi organizzati a Trastevere - spiegano i colleghi -, che ci fossero davanti a lui 50 violenti non ha fatto alcuna differenza rispetto a una qualsiasi operazione di routine. Ha mantenuto fino all’ultimo il sangue freddo, in condizioni - come si è visto - molto difficili». «I balordi che lo hanno aggredito pagheranno. Vi assicuro che la pagheranno», scrive su Facebook il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, appena tornata da una missione in Afghanistan.

L’invito

La responsabile del ministero in via XX Settembre ha parlato per telefono con il sottufficiale ringraziandolo «per la lucidità mostrata durante l’intervento. L’ho invitato qui per dirgli personalmente grazie, a nome del Paese». Solidarietà all’appuntato da molte forze politiche. «Questi non sono tifosi ma sono delinquenti», twitta il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, mentre per il segretario romano del Pd Andrea Casu «il calcio e lo sport niente hanno a che fare con la devastazione e la violenza che nella notte di giovedì si è abbattuta sulla città più bella del mondo». Di «vigliacchi assalitori» parla invece la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, mentre per il vice presidente del Senato Roberto Calderoli «giovedì sera poteva scapparci il morto».

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