21 giugno 2018 - 08:57

Salvini: «Togliere la scorta a Saviano? Valuteremo i rischi». La replica: «Buffone, ministro della Malavita»

Il ministro dell’Interno: «Saranno le istituzioni competenti a valutare se corre qualche rischio, perché mi sembra passi molto tempo all’estero». Dura risposta dello scrittore

di Annalisa Grandi

shadow

«Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani». Lo dice Matteo Salvini che ad «Agorà» su Rai Tre parla della possibilità di togliere la scorta assegnata a Roberto Saviano. Nel pomeriggio la durissima replica del giornalista e scrittore in un video sulla sua pagina Facebook: «E secondo te, Salvini, io sono felice di vivere così da 11 anni? Da più di 11 anni. Ho la scorta da quando ho 26 anni, ma pensi di minacciarmi, di intimidirmi? In questi anni sono stato sotto una pressione enorme, la pressione del clan dei Casalesi, la pressione dei narcos messicani. Ho più paura a vivere così che a morire così. E quindi credi che io possa avere paura di te? Buffone». Poi Saviano lancia altre pesanti accuse Salvini: «Sono felice di essere sommato tra gli ultimi che odia e su cui fa propaganda politica. Teatro, senza dare alcuna vera risposta. Salvini oggi è definibile “ministro della malavita”, espressione coniata da Gaetano Salvemini». E accusa il ministro di non ricordare «i legami tra Lega Nord e ‘ndrangheta, del riciclaggio, dei soldi, tramite mediazione di `Ndrangheta, della Lega. E quindi Salvini parla di soldi, gli italiani devono sapere come vengono spesi i soldi. Salvini non ci dice dove sono i 50 milioni della maxi-truffa che la Lega ha fatto con i rimborsi elettorali alla Repubblica italiana. Restituisca la Lega di Salvini i soldi che ha preso e poi il ministro parli del danaro che gli italiani devono sapere come viene speso».

Dal 2006

Salvini ha controreplicato a Saviano: «Leggevo che mi denunciano Santoro, Vauro, un’associazione che difende gli zingari, poi Saviano dice che sono il `ministro della malavita´. Io rispondo con un bacione e un sorrisone. Io oggi ero alla periferia di Roma un una casa confiscata ai Casamonica. C’è chi la mafia la combatte chiacchierando e guadagna un sacco di soldi e chi sul campo»..
Roberto Saviano è sotto scorta dal 13 ottobre del 2006, quando iniziano le minacce di morte da parte dei camorristi del clan dei casalesi, denunciati da lui in un esposto e durante una manifestazione per la legalità a Casal di Principe. Minacce proseguite dopo la pubblicazione di «Gomorra». Anche nei giorni scorsi Saviano aveva attaccato Salvini, l’aveva definito «crudele, inumano e incapace» e ne aveva paragonato le dichiarazioni alla «retorica del fascismo».

Il Pd: «Minacce inaccettabili»

Alle parole di Salvini replica in massa il Partito Democratico. «Minacce inaccettabili per un uomo che ha contribuito a far luce su un sistema criminale pervasivo e pericoloso. Salvini continua ad interpretare il ruolo di ministro in modo arrogante e per le sue campagne personali. La scorta a Saviano, come lui stesso raccontò, non è una concessione ma la protezione che lo Stato deve garantire a chi minacciato per avere combattuto mafia e camorra» dice il vicepresidente della Camera Ettore Rosato. «Paese sano è scorta di Saviano. Non si scherza su certi temi. A Saviano dobbiamo solo dire grazie. Non credo si diverta a vivere blindato ogni minuto a causa di quella criminalità che dovrebbe combattere innanzitutto il signor Salvini che certo non può essere chiamato ministro!» scrive su Twitter il senatore Bruno Astorre. «Se Salvini vuole risparmiare tolga a me la scorta e la lasci a Saviano» commenta Graziano Delrio.

Minniti: «Scorte non si assegnano né tolgono in tv»

Ma a rispondere è anche l’ex ministro dell’Interno Minniti: «Le scorte non si assegnano né si tolgono in tv» dice, per poi aggiungere «I dispositivi di sicurezza per la protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio seguono procedure rigorose e trasparenti, che coinvolgono vari livelli istituzionali, e sono state rafforzate dopo l’omicidio Biagi». «Salvini combatta la mafia non chi la denuncia - scrive su Twitter Laura Boldrini - Mettere in discussione la scorta a una persona minacciata dalla criminalità organizzata è il contrario di quello che dovrebbe fare un ministro dell’Interno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT