27 giugno 2018 - 23:35

Lifeline a Malta, i migranti in otto Paesi

Sì allo sbarco, la Germania non li prenderà. La Santa Sede: non si fa politica sugli esseri umani

di Fabrizio Caccia

Lo sbarco a La Valletta (Reuters) Lo sbarco a La Valletta (Reuters)
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Dopo l’Aquarius accolta a Valencia il 17 giugno scorso, ecco la tedesca Lifeline che ieri sera infine approda a Malta dopo un’altra settimana di tira e molla internazionale sui porti. «Nuovo successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti», esulta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega. Le navi delle Ong ora non sbarcano più nei porti italiani, ma soprattutto per la prima volta i 234 migranti a bordo della Lifeline — o meglio quelli a cui sarà riconosciuto il diritto di asilo — verranno distribuiti tra 8 Stati membri dell’Ue. Che sono, oltre a Malta, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha invece comunicato al Parlamento che la Germania in questo caso non interverrà. Così come la Spagna.

I migranti arrivati a Malta, dunque, saranno per la prima volta subito ripartiti tra gli Stati europei. «D’ora in poi non vale più il principio che è il Paese in cui sono sbarcati che si sobbarca gli sbarcati — osserva il vicepremier M5S Luigi Di Maio — e se vale per Malta deve valere anche per l’Italia». Il ministro M5S dei Trasporti, Danilo Toninelli, da cui dipende la nostra Guardia Costiera, sottolinea che la «grande vittoria per l’Italia può diventare una vittoria per tutta l’Europa: se prevarrà la solidarietà sugli egoismi, l’isola di Malta potrà essere ricordata come la Ventotene del nuovo secolo...».

Anche il premier italiano, Giuseppe Conte, che ha pranzato ieri con il capo dello Stato Sergio Mattarella prima di partire per il vertice europeo di Bruxelles («Dobbiamo decidere chi entra in Europa», ha scritto Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, in una lettera rivolta ai 28 Paesi), accoglie con soddisfazione lo sbarco a Malta di Lifeline: «Ho favorito io questa soluzione, era lo sbocco che avevo auspicato». Mentre il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani si dice deluso per il mancato accordo sulla riforma del trattato di Dublino: «Il parlamento, come co-legislatore, ha messo una proposta concreta sul tavolo. Il Consiglio non può più permettersi di ignorarla».

Ma nelle ore in cui il governo festeggia la «vittoria» nella vicenda Lifeline, arriva però la netta presa di posizione della Santa Sede: «Che si utilizzino le navi cariche di esseri umani per far avanzare posizioni politiche — osserva monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana — è inaccettabile». Tornando alla cronaca dell’approdo della Lifeline, va infine registrato che il comandante della nave, Claus-Peter Reisch, che secondo il governo maltese ha disobbedito agli ordini, ora sarà interrogato e la sua nave resterà a Malta per molto tempo sotto sequestro.

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