27 giugno 2018 - 12:43

Ortigia, la perla del Mediterraneo tra tesori culturali e naturali

Collegata a Siracusa con il ponte Umbertino, un’isola nell’isola, è il «cuore» artistico della città. Patrimonio Unesco, è il luogo ideale per fare un tuffo nella storia

di Salvo Fallica

Il lungomare di Ortigia (Foto di Salvo Fallica)
Il lungomare di Ortigia (Foto di Salvo Fallica)
shadow

Il fascino di Ortigia, dai beni culturali alla suggestiva luce dei tramonti, trascende i secoli e i millenni. Il cuore dell’antica e contemporanea Siracusa è un luogo simbolo della Sicilia, perché con la ricchezza della sua storia rappresenta una delle caratteristiche della regione, ovvero la stratificazione di bellezze naturali e culturali. Una stratificazione di millenni di storia, anzi di storie e di civiltà, che hanno lasciato segni e tracce visibili con beni monumentali, architettonici, archeologici. Dal mondo classico a quello barocco. In realtà il viaggio a Ortigia può temporalmente partire dall’epoca del bronzo antico, poiché già da allora era abitata come hanno dimostrato gli studi archeologici. In uno dei luoghi più antichi dell’isola si trova la Fonte Aretusa con i famosi papiri, qui storia, natura e letteratura si fondono in maniera armonica.

Il racconto di poeti e scrittori

Da Pindaro in poi sono davvero molti i poeti, gli scrittori, gli storici che si sono soffermati sulla sorgente Aretusa e i suoi miti. Si può dunque partire dall’antichità per giungere sino al mondo contemporaneo con il lungomare di Ortigia che coniuga la bellezza dei palazzi storici con il porto turistico aperto agli yacht. Oppure si può fare il viaggio all’inverso, partendo dalla visione del lungomare e percorrendolo da Porta Marina sino alla zona del Castello Maniace. A ogni passo si possono ammirare paesaggi suggestivi. Attraversando Ortigia nella sua struttura urbana interna è affascinante scoprire le caratteristiche «viuzze» con abitazioni di pregio sul piano storico, estetico ed architettonico. Camminando per le strade interne si giunge nella parte più alta, l’antico centro politico e religioso. L’odierna piazza Duomo è uno spazio urbano incantevole, un luogo a tratti metafisico, caratterizzato dalla presenza di splendide chiese e sontuosi palazzi. Qui sorge il monumento che meglio può rappresentare la plurimillenaria storia di Siracusa e della Sicilia intera, la cattedrale.



Negli occhi di Tornatore

Un capolavoro dell’umanità — fa parte dei beni dell’ Unesco — che contiene al suo interno segni architettonici di epoche differenti, dal mondo classico al barocco. Un gioiello architettonico unico nel suo genere, poiché la chiesa barocca ingloba le colonne di un tempio dorico del V secolo a.C. , e le colonne sono ben visibili. La chiesa che è edificio di culto da due millenni e mezzo — è stata una moschea nell’epoca musulmana — , custodisce stilemi artistici dei diversi popoli dominatori della Sicilia (anche bizantini e normanni), e rappresenta un percorso nei millenni fra storia dell’arte, dell’architettura e delle civiltà. Dopo questa visita nelle meraviglie delle cattedrale della Natività di Maria Santissima che incorpora come abbiamo detto le colonne del tempio greco dedicato ad Atena ci si riaffaccia in piazza Duomo, e viene in mente il film del regista Giuseppe Tornatore «Malena» con le scene cult delle passeggiate in piazza della protagonista interpretata in maniera sensuale dalla splendida Monica Bellucci. Il trionfo del barocco dei palazzi di piazza Duomo è il frutto della ricostruzione post-sismica.

Il dipinto di Caravaggio

Dopo il terremoto del 1693 le comunità del Sud-Est siciliano ricostruirono i loro centri abitati estrinsecando la loro volontà di rinascita, affidando la loro filosofia di sfida esistenziale all’architettura. Sempre nella piazza vi è un’altra chiesa che fa parte della storia dell’isola di Ortigia e dunque di Siracusa, la chiesa di Santa Lucia alla Badia, un monastero del XV secolo ricostruito dopo il sisma del 1693, tra il 1695 ed il 1703, grazie all’impegno delle suore cistercensi. Oltre alla bellezza barocca, interna ed esterna, questa chiesa dedicata alla patrona di Siracusa, contiene anche un capolavoro di Caravaggio. Nell’altare maggiore si trova il «Seppellimento di Santa Lucia» che il geniale artista dipinse durante il suo soggiorno in città nel 1608. L’itinerario ad Ortigia continua esplorando altre «viuzze» che riconducono sul lungomare. Ad ogni angolo si resta colpiti dalla bellezza dell’isola, che ricordiamolo è una parte dei tanti tesori culturali e naturali di Siracusa e del suo territorio. Siracusa era talmente importante nel mondo greco da rivaleggiare con Atene. Era una delle città più ricche, potenti e belle del Mediterraneo, secondo alcuni fu la più grande area metropolitana del mondo antico. Anche quando la patria del geniale matematico e scienziato Archimede fu conquistata dai romani non perse la sua centralità nel Mediterraneo Orientale che mantenne ancora per diversi secoli.

Punto strategico sin dall’antichità

Fu strategica sul piano geopolitico anche durante l’impero bizantino. Facendo un passo indietro nel passato, Cicerone nel I secolo a.C. la definì come «la più grande e la più bella città greca». È fondamentale comprendere questo passaggio che fa capire come il suo centro politico e religioso, ovvero Ortigia, fosse una delle realtà in assoluto più belle ed importanti dell’intero mondo occidentale. Non a caso il filosofo Platone per ben tre volte tentò, non riuscendoci, di realizzare il suo stato politico ideale a Siracusa. Allora la Sicilia era l’avanguardia del Mediterraneo, ma come laboratorio politico non portò bene al grande pensatore greco. Il viaggio ad Ortigia va continuato sino al tramonto sul lungomare. In questa fase del giorno la ricchezza dei colori del mare e del cielo si moltiplica per tonalità e sfumature cromatiche. Diventando con il passare dei momenti una policromia ancor più affascinante, colori rosso fuoco che diventano rosa. L’azzurro del mare che diventa blu profondo, ed in serata altre luci e colori, scenari sorprendenti, atmosfere suggestive. Visioni sublimi. È la meraviglia di Ortigia...

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT