23 luglio 2018 - 16:56

Moavero «riapre» i porti alle navi Ue con i migranti in attesa delle nuove regole

La decisione conferma «la volontà del nostro governo di lavorare a posizioni comuni con i partner della Ue e della Nato». Salvini vede Cantone. Interventi sull’assistenza a chi chiede asilo

di Alessandro Trocino

Enzo Moavero Milanesi e il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas (Epa) Enzo Moavero Milanesi e il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas (Epa)
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I porti italiani, nonostante i proclami dei giorni scorsi di Matteo Salvini, restano aperti. Misura temporanea, annunciata dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. L’annuncio è stato dato a margine dei colloqui avuti a Berlino con l’omologo Heiko Mass: «Durante il periodo necessario a raggiungere una revisione delle regole operative della missione militare Sophia, per cinque settimane, l’Italia garantirà l’approdo nei suoi porti alle persone salvate dalle navi militari». Un’apertura di credito, nell’attesa delle modifiche di Sophia, che dovrebbero arrivare tra fine agosto e inizio di settembre. La decisione conferma, spiega Moavero, «la volontà del nostro governo di lavorare a posizioni comuni con i partner della Ue e della Nato»: «Nel consiglio europeo è emerso che occorre una responsabilità condivisa già quando le persone vengono salvate, a monte di chi abbia o meno diritto d’asilo». E ancora: «Dobbiamo affrontare un lavoro complesso che richiede di spostare l’attenzione dal momento dell’arrivo al momento delle partenze dei luoghi d’origine, alla sorgente e non solo alla foce, intervenendo nei Paesi dove partono, agire sui tragitti di questi tragici spostamenti per lottare contro i trafficanti».

Ennesimo braccio di ferro

Finora il governo Conte, spinto soprattutto dal vicepremier Salvini, aveva legato lo sbarco nei porti italiani dei migranti salvati in Mediterraneo a una presa in carico degli altri Stati membri. Qualche giorno fa, il ministro Moavero aveva inviato una lettera a Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue, sottolineando di non ritenere più applicabili le disposizioni del piano operativo della missione «Eunavoformed Sophia» (firmata nel 2015 dal governo Renzi), che riprendevano le regole di «Triton» (non più in vigore). La richiesta era quella di non considerare più l’Italia l’unico porto di approdo. Richiesta presa in considerazione dai 28 governi europei, ma con un accordo in cui l’applicazione è su base volontaria. Nei giorni scorsi, l’ennesimo braccio di ferro ha provocato una prima presa di responsabilità da parte di alcuni Stati, che si sono offerti di ospitare una quota di migranti. Secondo i dati diffusi da Unhcr, nel 2018 sono arrivati sulle coste di Grecia, Italia e Spagna 58 mila profughi (con una drastica riduzione rispetto agli anni scorsi). E si stima che siano morte in mare 1.460 persone. Contro questa strage manifestano da giorni, ogni sera al Viminale, un gruppo di cittadini con le mani tinte di rosso, in testa ai quali ci sono i radicali italiani, che chiedono «la verità sui naufragi».

Martina: «Nessun miglioramento nella gestione dei flussi»

Il Pd è critico. Ieri Maurizio Martina spiegava: «L’Italia con il governo Conte non ha ottenuto nessun miglioramento nella gestione dei flussi. Anzi, c’è una pericolosa regressione dell’Italia nel contesto europeo. Le morti in mare aumentano e criminalizzare le ong ha solo complicato la situazione. Questa politica mina l’interesse nazionale». Salvini, che sulle parole di Moavero non ha rilasciato dichiarazioni, ha incontrato Raffaele Cantone, firmando un protocollo con Anac. E emanando una direttiva che modifica le modalità di assistenza dei richiedenti asilo. La direttiva individua due livelli di prestazioni: a tutti i richiedenti asilo verranno assicurati i servizi assistenziali di prima accoglienza, mentre gli interventi per favorire l’inclusione sociale saranno riservati esclusivamente ai beneficiari di forme di protezione. Obiettivo: ottimizzare i servizi e contenere i costi. Salvini nei giorni scorsi ha «chiesto» di ridurre il rilascio dei permessi (che però competono a organi giurisdizionali terzi). Il leader della Lega domani incontrerà la sindaca Virginia Raggi: «A Roma la situazione sui rom è un casino totale, con migliaia di presenze: il mio obiettivo è arrivare a zero campi rom, con le buone maniere, ma arrivare a quota zero». Oggi è atteso lo sgombero del Camping River, campo in zona Tiberina. Il tema dei rom segnerà l’estate politica, nonostante riguardi soltanto 4.500 persone, secondo il censimento del Comune.

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