31 luglio 2018 - 10:51

Manifesto sessista, rivolta a Palermo: «Un’offesa alla dignità delle donne»

Proteste di un’associazione e di quattro consiglieri comunali di Sinistra contro
un manifesto di biancheria intima. Il comune ordina di rimuoverla

di Salvo Toscano

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Il manifesto della discordia è apparso in città da qualche giorno. E non è passato inosservato. La pubblicità dell’azienda Dvp Italia ritrae il copro di una donna in lingerie nera, con il claim: «Puoi ottenere ciò che vuoi se sei vestita per averlo». Il cartellone pubblicitario dell’azienda che produce intimo è comparso in via Dante, pieno centro cittadino, a pochi passi dal Teatro Politeama. E ha subito acceso la polemica. L’idea, infatti, non è piaciuta alla sinistra. «Il manifesto pubblicitario comparso in questi giorni in diverse strade della città offende la dignità delle donne, proponendo un’ennesima mercificazione del corpo femminile — dichiarano i quattro consiglieri di Sinistra Comune Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno —. È già pronta una interrogazione sull’accaduto, prova evidente di quanto lunga sia ancora la strada da percorrere contro stereotipi sessisti e discriminazioni di genere».

Città libera dalla pubblicità offensiva

I consiglieri comunali del gruppo di maggioranza tirano in ballo pure il femminicidio: «A Palermo, malgrado sia stata dichiarata città “libera dalla pubblicità offensiva della dignità della donna”, continuano a comparire pubblicità sessiste ed offensive della dignità femminile, condizioni che favoriscono l’insorgere di episodi di violenza contro le donne — si legge nella nota dei quattro —. Quasi quotidianamente la stampa riporta casi di femminicidio. Gli stereotipi di genere si confermano strumento commerciale diffuso, che alimenta discriminazioni e clima di sopraffazione e ricatto nei confronti dell’altra metà del cielo. Siamo certi che l’Amministrazione interverrà tempestivamente per la rimozione dei manifesti pubblicitari lesivi della dignità della donna, come già avvenuto in precedenti occasioni su nostra iniziativa».

Fiori d’acciaio

Anche l’associazionismo ha battuto un colpo. Una nota che censura il manifesto è stata diramata dall’associazione per la tutela dei diritti delle donne Fiori d’acciaio. «È inaudito e incomprensibile come un’azienda, nel 2018, possa ancora far riferimento alla chiara mercificazione del corpo delle donne e ad uno stereotipo fortemente maschilista per commercializzare i suoi prodotti» dice la presidente Marcella Cannariato. «Stamane abbiamo segnalato questo increscioso modo di farsi pubblicità alla dottoressa Rosaria Cusimano, responsabile per il Comune di Palermo della vigilanza sulla cartellonistica — continua — e abbiamo avuto subito rassicurazione che sarà inviata una pec all’azienda in questione per la rimozione dell’immagine. Non esiste che nel 2018 ancora una volta le donne debbano essere mostrate come merci di scambio, solo in base al loro corpo. Lanciamo dunque un appello al nostro sindaco, da sempre così sensibile a questi temi di vigilare preventivamente sulle pubblicità che offendono qualsiasi tipo categoria». Non è la prima volta che a Palermo un manifesto diventa un caso per questo motivo. L’estate scorsa si provvide a coprire un “lato B” apparso sui manifesti di una dita di compro oro. Pochi mesi fa, invece, a scatenare la polemica erano stati i cartelloni di un’azienda che ritraevano una modella in bikini che si passava sul corpo olio per motori. Alcune studentesse allora coprirono il cartellone pubblicitario con la scritta: «Questa è violenza sulle donne».

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