5 novembre 2018 - 22:30

Montesilvano, dove il sindaco di centrodestra integra i migranti: «Applico le leggi»

Si occupano di verde pubblico e pulizia delle strade: «Ma prima ho sgomberato i “ghetti”». Rientrate le preoccupazioni degli operatori turistici, ora i cittadini lo ringraziano

di Andrea Federica de Cesco

Montesilvano, dove il sindaco di centrodestra integra i migranti: «Applico le leggi»
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Dalla nostra inviata

Francesco Maragno
Francesco Maragno

MONTESILVANO (Pescara) — «Nel giro di 50 giorni mi hanno dato prima del fascista, perché ho fatto sgombrare uno dei venti “ghetti” più pericolosi d’Italia, e poi del comunista, per aver avviato un progetto di integrazione per richiedenti asilo e rifugiati. La realtà? Noi sindaci siamo gli unici ad agire nell’interesse del territorio». Quando nel 2014 Francesco Maragno è stato eletto con il centrodestra primo cittadino di Montesilvano (Abruzzo), la presenza di stranieri in città aveva già assunto contorni problematici. In breve tempo le cose si sono fatte ancora più complicate. «Ai 48 appartamenti di via Ariosto occupati abusivamente da circa 300 extracomunitari, tra il 2014 e il 2016 si sono aggiunti due centri di accoglienza straordinaria (Cas, ndr) con un totale di 500 immigrati».

Le strutture in questione sono tutte vicine alla Riviera, che nel tratto di Montesilvano conta 45 stabilimenti balneari: la città abruzzese è la prima meta turistica della regione; in estate ai 55mila residenti si sommano altrettanti visitatori. I due centri di accoglienza erano ospitati proprio in due dei mastodontici alberghi affacciati sul mare Adriatico: l’Ariminum e l’Excelsior, che si erano aggiudicati i bandi della Prefettura di Pescara. «I danni economici e d’immagine sono stati enormi», commenta Ottavio Di Stanislao, titolare dell’hotel Nel Pineto, a pochi passi dall’Excelsior. Di Stanislao faceva parte del comitato messo in piedi da alcuni cittadini esasperati. «È stato un trauma, ma il razzismo non c’entra nulla: Montesilvano è famosa per la sua ospitalità», spiega Andrea Sapienza, commercialista. Il suo appartamento è a ridosso dell’ormai ex Cas Excelsior, come quello del professor Andrea Ziruolo: «Avevamo addirittura smesso di mandare i nostri figli al parco».

La situazione è cambiata a partire dal 31 maggio 2017, quando un’operazione interforze ha permesso lo sgombero degli appartamenti di via Ariosto. «Ci sono voluti 500 uomini e un elicottero. Era un centro di spaccio e di contraffazione da oltre vent’anni», racconta Maragno, mostrandoci le palazzine tuttora recintate. Il sindaco è ispettore della Guardia di Finanza e, in Calabria, ha operato nel Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata. «Qualcuno sostiene che se non indossassi una divisa non ce l’avrei fatta». A dicembre è stata la volta della chiusura dei Cas, nonostante le resistenze della Prefettura. Nel frattempo Montesilvano ha aderito alla cosiddetta rete Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e inaugurato una serie di progetti mirati all’integrazione dei migranti nella comunità. «Alcuni insinuavano che avrei fatto aumentare il numero degli stranieri. Ma questo sistema esclude altre tipologie di accoglienza e prevede un massimo di tre migranti ogni mille abitanti».

Montesilvano, dove il sindaco di centrodestra integra i migranti: «Applico le leggi»

Montesilvano oggi accoglie 101 persone che si occupano del verde pubblico, della pulizia della strada, dei servizi cimiteriali e dell’assistenza sugli scuolabus. Il diciannovenne Bah Omar, arrivato in Italia dal Gambia due anni fa, l’estate scorsa ha lavorato in due spiagge per disabili insieme ad altri sei ragazzi africani. «È stato molto bello!», esclama sorridendo. L’iniziativa è valsa alla città abruzzese la segnalazione per l’Oscar dell’ecoturismo 2019. E il caso di Montesilvano ha attirato l’interesse di alcuni ricercatori cechi e di una studentessa della Sorbona, che sul tema sta scrivendo la tesi di laurea. «C’è chi mi ha paragonato all’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, ma ad accomunarci è soltanto la parola “lucano”», scherza Maragno, nato 46 anni fa a Matera, in Basilicata, detta anche Lucania; il primo cittadino è approdato a Montesilvano per amore della moglie, appena sette anni prima dell’elezione a sindaco. «Mi sono rimboccato le maniche e ho applicato la normativa. Peraltro, si tratta di una legge di centrodestra: lo Sprar è stato istituito nel 2002 dalla Bossi-Fini».

I montesilvanesi lo fermano per strada e gli telefonano per ringraziarlo. «Grazie sindaco! Ora sì che si sta bene», gridano degli sposini da una finestra.

Annabel con i genitori
Annabel con i genitori

Lui pensa al futuro: sta cercando di ridurre l’accoglienza per migranti adulti a favore di quella per minori non accompagnati, «più facili da gestire». E intanto in una delle cinque strutture dove alloggiano gli ospiti dello Sprar una coppia di nigeriani ha avuto una bimba, Annabel: la mamma non ha fatto in tempo ad andare in ospedale e ha partorito a casa. È la prima nascita a Montesilvano in 35 anni.

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