5 ottobre 2018 - 22:02

Verona, lite sul sì alla mozione anti aborto: la capogruppo Pd è a favore

Il via libera anche dalla consigliera comunale Dem Carla Padovani. Martina: la 194 non si tocca. Zingaretti: no a colpi di mano. Orlando: avviare le procedure per espellerla

di Angiola Petronio

La protesta in consiglio comunale a Verona contro la mozione anti-abortista La protesta in consiglio comunale a Verona contro la mozione anti-abortista
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È un caso che agita la politica e la società civile il via libera del consiglio comunale alla mozione 434, primo firmatario l’ultracattolico leghista Alberto Zelger, che vorrebbe Verona proclamata «città della vita» contro la legge 194 sull’aborto nel 40° della sua promulgazione. La mozione era stata già contestata in occasione della sua prima presentazione, con le attiviste di «Non una di meno» in tribuna vestite da ancelle come le fattrici-schiave della serie The Handmaid’s Tale. Proprio a loro il consigliere Andrea Bacciga, della lista del sindaco «Battiti per Verona», dall’aula aveva rivolto un saluto romano. Giovedì la mozione è passata tra le proteste del pubblico, al quale è stato ordinato di sgomberare il loggione: 21 i voti a favore e sei i contrari. E mentre Zelger descriveva la 194 come la «madre di tutti i mali», parlando genericamente di «milioni di bambini uccisi» e caldeggiando il sostegno economico del Comune per le associazioni «pro vita», c’è stato altro che ha scosso l’aula del consiglio: il «sì» alla mozione della capogruppo del Pd Carla Padovani, mentre gli altri consiglieri Dem si erano espressi contro.

Libertà di scelta

Le reazioni si sono moltiplicate su un doppio fronte: quello di merito, per l’approvazione della mozione anti-aborto, e quello del voto della capogruppo del Pd. Lei, la consigliera Padovani, conosciuta in città per la sua matrice cattolica che l’ha sempre messa su un altro piano rispetto al partito per temi «etici» come le unioni omosessuali, rivendica la sua libertà di scelta. «Ci sono — ha detto — dei principi che per me sono inalienabili e uno di questi è il sostegno alla vita. È per questo che ho votato la mozione. Per l’aiuto che viene dato alle associazioni che si occupano di questo tema. Per il resto io mi riconosco totalmente nel Pd».

Le critiche dal partito

Ma il segretario del Pd Maurizio Martina è intervenuto su Facebook per fare «chiarezza»: «La legge 194 a difesa delle donne e della maternità consapevole non si tocca. Chi vuole ricacciare il Paese nel passato degli aborti clandestini, deve sapere che tutto il Pd si è battuto e si batterà per difendere questa conquista. Non può esserci nessuna ambiguità». Un altolà è arrivato anche dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti: «Non si procede con colpi di mano ideologici su temi così delicati. Non si rispetta la vita se non si rispettano le scelte delle donne, soprattutto quando sono difficili come lo è quella di interrompere una gravidanza. L’Italia ha una legge seria, la 194, che va applicata».

La proposta di espulsione

L’ex ministro pd Andrea Orlando ha invitato gli organismi di garanzia «ad avviare le procedure per espellere dal partito la capogruppo». Di tradimento dei «valori fondanti del nostro partito», hanno parlato le pd Valeria Fedeli e Alessia Rotta. «Esterefatta e schifata» si è definita l’ex ministro Monica Cirinnà: «Ok gli appelli all’unità, ma se l’unità deve essere un fritto misto, non ci sto». Un «giù le mani dalla #194» è arrivato da Laura Boldrini (Leu). E il pentastellato sottosegretario alla Pubblica amministrazione Mattia Fantinati: «A Verona sembra di essere tornati al Medioevo. Non solo la maggioranza ha una politica di stampo confessionale, ma anche il Pd sembra essere rimasto secoli indietro». Di «raggio di sole dalla città scaligera» ha invece parlato il Movimento per la vita. Oggi le «donne democratiche» di Verona terranno una conferenza sulla 194. E lo scranno della capogruppo in consiglio potrebbe traballare.

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