5 settembre 2018 - 17:34

Irreperibili 75 migranti della Diciotti La Caritas: «Non sono detenuti»

Il Viminale: «Così disperati che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti». La Caritas: «Non fuga ma allontanamento volontario, nessuno vuole restare in Italia». Salvini polemico: «Ma non li avevo sequestrati?». Il Viminale indaga, il Papa regala gelati

di Giuseppe Gaetano

Il cardinale Krajewski a pranzo nel centro di accoglienza di Rocca di Papa (Ansa) Il cardinale Krajewski a pranzo nel centro di accoglienza di Rocca di Papa (Ansa)
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«Si sono già dileguati 40 dei 144 immigrati maggiorenni sbarcati dalla Diciotti e affidati alla Cei» annunciano i sottosegretari leghisti all’Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni, ricordando che «per la legge queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello Stato». «Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove - ironizzano -. È l’ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business». Dello stesso tenore le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini: «Erano così bisognosi di avere protezione che hanno deciso di sparire! Ma come, non li avevo sequestrati?». Le persone «irrintracciabili» si erano limitate a «manifestare l’interesse a formalizzare la domanda d’asilo» e tutte sono state identificate con foto e impronte digitali, comunica il Viminale, che sta verificando da un paio di giorni il loro numero, aggiornandolo nel frattempo a 75, e la loro nazionalità (almeno in 6 provengono dalle Isole Comore). In dettaglio, dei 143 trasferiti all’hot spot di Catania: 100 erano arrivati a Rocca di Papa e di questi 65 si sono dileguati mentre 35 sono ancora presenti nella struttura; in 43 sono invece stati destinati a Messina, di cui 4 arrestati in quanto scafisti, 4 minori e 10 “dispersi”.

La Caritas: «Allontanamento volontario»

«È allontanamento volontario, non fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso» ribatte il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, rivelando che in realtà si va «ben oltre» la cinquantina di stranieri scomparsi: «Nessuno vuole rimanere in Italia, si sa». Almeno altri 4, ad esempio, hanno fatto perdere le tracce quando erano ancora a Messina. Prima o poi, spiega, sarebbe accaduto perché la struttura a cui sono affidati non ha il compito di trattenerli, ma solo di accoglierli. Il concetto è chiaro: scappa chi è sottoposto a una misura cautelare; una persona in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato non può essere oggetto di vigilanza, o di restrizioni alla facoltà di spostarsi sul territorio nazionale, non avendo commesso alcun reato. I migranti resisi irreperibili dalle varie Diocesi italiane in cui erano ricollocati, ovunque verranno trovati, in Italia o all’estero, «potranno chiedere asilo - avverte don Soddu - ricominciando la procedura avviata nelle nostre strutture». Il mio pensiero va all’Europa. È un atto gravissimo. Ho pensato all’Ue e alle sue responsabilità. Se l’Ue avesse condiviso la gestione non sarebbe accaduto. È l’esempio che il problema migratorio non può essere gestito solo dall’Italia». «E’ un fatto gravissimo» commenta il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: «Se i Paesi europei avessero collaborato non sarebbe accaduto».

Il Papa regala gelati

Festa grande intanto mercoledì tra i 35 profughi rimasti al momento al centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, ai Castelli romani, che conferma: «Sono liberi di andare dove vogliono». Il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del pontefice, si è fermato a pranzo portando dei gelati a tutti gli ospiti: «È la benedizione del Santo Padre» ha detto. Nelle prossime ore altri 8 arriveranno a Torino e 6 a Brescia.

L’elemosiniere del pontefice in visita al centro “Mondo Migliore” (Ansa) L’elemosiniere del pontefice in visita al centro “Mondo Migliore” (Ansa)

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