12 settembre 2018 - 17:20

Busta con un proiettile al pm di Agrigento che indagò su Salvini e la Diciotti

Luigi Patronaggio aveva avviato i controlli per il trattenimento dei migranti sulla nave della Guardia Costiera e aveva poi trasmesso gli atti al tribunale dei ministri. Il ministro dell’Interno Salvini esprime «solidarietà»

di Redazione Online

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Una lettera, con minacce di morte e con un proiettile da guerra, è stata recapitata al quinto piano di via Mazzini - sede della Procura - al procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. Nella missiva, secondo quanto si apprende, non si fa riferimento in maniera esplicita al caso della nave Diciotti bloccata con migranti a bordo per 5 giorni, né agli sviluppi che ha comportato. Patronaggio è il pm che ha aperto un fascicolo sulla vicenda dei migranti trattenuti per oltre una settimana a bordo della nave della Guardia Costiera italiana: per la vicenda Patronaggio ha poi trasmesso gli atti al tribunale dei ministri di Palermo ritenendo che fossero ravvisabili responsabilità nel comportamento del ministro degli interni Matteo Salvini. Lo stesso Salvini ha poi ricevuto un avviso di garanzia per sequestro di persona a scopo di estorsione da parte dei giudici palermitani. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha espresso «solidarietà al Procuratore Patronaggio. In un Paese civile e democratico certe intimidazioni non possono essere né accettate né sottovalutate».

L’indagine

«Zecca sei nel mirino...»: è una delle frasi, scritte con un pennarello nero, contenute nella lettera di minacce al Procuratore di Agrigento. Sulla busta c’è un simbolo di Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina vicina ad ambienti dell’ultradestra. In Prefettura è stato convocato, dal prefetto Dario Caputo, un comitato per l’ordine e la sicurezza. «Zecca», si sottolinea in ambienti investigativi attivi nell’inchiesta, è il termine utilizzato dall’estrema destra contro i comunisti. Nella missiva contro il procuratore capo di Agrigento, peraltro, ci sarebbero parole e minacce definite «molto pesanti». La pista seguita sarebbe quella di un’organizzazione di estrema destra, come il simbolo Gladio sulla busta porta a ipotizzare.

La solidarietà

Il Consiglio superiore della magistratura ha espresso «solidarietà» al Procuratore Patronaggio destinatario di «pesantissime minacce», accompagnata dall’auspicio che «nel dibattito pubblico cessi l’utilizzo di toni esasperati». «Solidarietà e assoluta vicinanza al procuratore Patronaggio e massima vigilanza e responsabilità per il clima d’odio che sta crescendo nel Paese» anche da parte di Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia in Sicilia. L’Associazione nazionale magistrati, parlando di «grave atto», precisa che «l’azione dei magistrati non sarà mai condizionata da vili atti intimidatori come questo che condanniamo con fermezza». «Un fatto gravissimo ed inquietante, che riporta l’Italia indietro nel tempo ad un periodo buio della Repubblica», ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. «Ho lavorato con lui, so che ciò non lo farà arretrare di un millimetro. Ti sono vicino. Un abbraccio, Piero», ha scritto Pietro Grasso su Twitter. Critica la deputata Pd Alessia Morani: «Non ho ancora letto le dichiarazioni di solidarietà per il Procuratore Patronaggio da parte di Bonafede. Anche Conte muto. Che imbarazzo».

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