11 aprile 2019 - 22:27

Ratzinger, imbarazzo in Vaticano per l’accusa sulle cause della pedofilia
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Il timore che gli «appunti» di Benedetto XVI siano usati dal fronte conservatore per attaccare papa Francesco: le «tifoserie» del pontefice emerito e del Papa si sono divise tra chi ha esultato e chi ha espresso fastidio

di Gian Guido Vecchi

Ratzinger, imbarazzo in Vaticano per l’accusa sulle cause della pedofilia  Il testo integrale | | Deutsch Papa Francesco e il papa emerito Ratzinger in una foto del 28 giugno 2016
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CITTÀ DEL VATICANO — Ieri pomeriggio Francesco si è chinato a baciare i piedi dei leader del Sud Sudan che si combattono da cinque anni, al termine del «ritiro spirituale» convocato in Vaticano per arrivare a un accordo di pace, «imploro che il fuoco della guerra si spenga una volta per sempre». Ma nella Chiesa, arrivati al settimo anno di pontificato di Bergoglio, la situazione non è molto più tranquilla, come dimostra la vicenda degli «appunti» di Benedetto XVI sulla pedofilia nel clero e le reazioni che ne sono seguite.

Il testo, pubblicato in Italia dal Corriere della Sera, è uscito in contemporanea in varie lingue e Paesi del mondo, scatenando gli umori delle tifoserie, spesso opposte, dei «due Papi»: chi esulta per il «ritorno» di Ratzinger e chi non nasconde il proprio fastidio per l’uscita pubblica dell’emerito.

In Vaticano non erano a conoscenza né si aspettavano il «lancio» planetario dell’intervento, destinato ad essere pubblicato sul mensile tedesco Klerusblatt «a seguito di contatti con il Segretario di Stato e con lo stesso Santo Padre», come ha scritto Benedetto XVI. Alla sorpresa si è aggiunto un certo imbarazzo per le possibili reazioni. Così si è scelto il basso profilo: l’Osservatore Romano pubblica un articolo che ne riassume i punti salienti — lo stesso che è uscito sul sito di Vatican News — in fondo alla penultima pagina, senza richiami in prima e sotto l’articolo di apertura dedicato a un convegno organizzato da Civiltà Cattolica.

Il timore è che il testo di Benedetto XVI venga usato dalla reazione conservatrice a Francesco per opporre il «magistero» dell’emerito a quello del Papa. Che si voglia creare «confusione» tra i fedeli — il Papa è uno solo — nel tentativo di mettere in difficoltà Bergoglio.

Le tappe di questa guerra di logoramento sono note, dai «Dubia» firmati nel 2016 da quattro cardinali contro le aperture del Sinodo sulla famiglia, alla lettera nella quale l’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, accusava Francesco per la gestione degli scandali pedofilia fino a chiederne le dimissioni.

Gli «appunti» rappresentano una sorta di sintesi di ciò che Joseph Ratzinger ha ripetuto nel corso degli anni, dal «Rapporto sulla fede» scritto con Vittorio Messori nel 1985 alla «Lettera ai cattolici d‘Irlanda» del 2010. Che la temperie degli anni Sessanta e il ’68 abbia rappresentato uno spartiacque, per Ratzinger, era evidente fin dalla pubblicazione di uno dei suoi libri più celebri, l’Introduzione al cristianesimo (Einführung in das Christentum) del 1967, nel quale riportava la variante d’un apologo di Søren Kierkegaard in Enten Eller I come metafora del credente nel mondo che non crede: il circo che s’incendia, il clown mandato a chiamare aiuto al villaggio vicino, la gente che «ride fino alle lacrime» alle sue grida, villaggio e circo distrutti dal fuoco.

D’altra parte è evidente la diversità di approccio. Francesco, alla radice degli abusi, ha denunciato anzitutto il «clericalismo» e «l’abuso di potere». Ratzinger punta il dito contro il «collasso» della «teologia morale cattolica» seguito alla «Rivoluzione» sessantottina, i «club omosessuali», l’«assenza di Dio» nella società occidentale. Parole rilanciate da coloro che accusano Francesco di «ambiguità» e «relativismo» dottrinale. Sul fronte opposto, si fa notare come lo scandalo pedofilia risalga a decenni prima del Sessantotto (negli Usa, ad esempio, il rapporto sulla Pennsylvania parte dagli anni Quaranta) e tra i peggiori criminali ci siano stati campioni (a parole) della Dottrina come gli ultraconservatori Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, o Fernando Karadima.

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