22 febbraio 2019 - 22:23

Camilla e Maria tornano sui banchi
Le nonne che salvano la scuola

La loro iscrizione evita la chiusura per numero minimo di scolari. «Ridanno speranza a questo paese». Camilla, classe 1933, non andò alle scuole elementari perché a casa sua erano troppi e troppo poveri. Maria (1934) lasciò la scuola a nove anni

di Giusi Fasano

Camilla e Maria tornano sui banchi Le nonne che salvano la scuola Maria Morocutti
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Camilla, classe 1933, non andò alle scuole elementari perché a casa sua erano troppi e troppo poveri: «Eravamo in 14 fra sorelle e fratelli e mandare tutti quei figli a studiare era un lusso che i miei genitori non potevano permettersi» ha sempre raccontato. «Le femminucce, poi... a quei tempi era normale avere più possibilità di studiare se si era maschietti». Maria è nata nel 1934. Lei ci andò a scuola, ma in quarta elementare si ammalò e rimase a lungo in ospedale. Uscì impaziente di riprendere le lezioni ma a quel punto fu sua madre ad ammalarsi e, anche se aveva solo 9 anni «mi toccò rinunciare alla scuola — ricorda — per prendermi cura della famiglia e badare a mucche e capre che davano da vivere».

La quinta elementare

Le vite di Camilla Zaramella e Maria Morocutti oggi sono a pochi chilometri di distanza in un paesino che si chiama Teolo, sui colli Euganei in provincia di Padova. E il titolo di studio che a loro manca, la quinta elementare, è diventato all’improvviso una ricchezza per l’intera comunità. Perché tutte e due hanno deciso di iscriversi alla scuola primaria locale, la Don Bosco, nel tentativo di salvarla.
È successo che al 31 di gennaio, giorno di chiusura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, genitori e capo istituto hanno realizzato che la Don Bosco non aveva raggiunto il numero minino di 15 scolari per avere il tempo pieno. Mancavano all’appello 5 studenti e così il Consiglio di Istituto ha deciso di spostare la formula del tempo pieno (e di conseguenza gli alunni della prima classe) a un’altra scuola di Teolo, decretando di fatto la chiusura della prima elementare alla Don Bosco.

Il futuro

Senza una prima quest’anno niente seconda l’anno prossimo, e così via in un effetto domino destinato ad arrivare alla quinta. Per dirla con le parole del sindaco Moreno Valdisolo: «Senza una prima è logico pensare che il futuro sarebbe chiudere. E questo però ha creato un po’ di scompiglio e ha innescato un sentimento emozionale fra la gente di questo borgo».
Quel sentimento di cui parla Moreno Valdisolo è esattamente quello provato da Camilla e Maria. Che appena hanno saputo del rischio chiusura hanno deciso che fosse arrivato il momento, finalmente, di prendere quella benedetta licenza elementare che povertà, malattie e guerra avevano reso impossibile.

L’iscrizione

Marco Tassinari è il papà di uno degli alunni della Don Bosco ed è anche il genitore che si è occupato in questi giorni di cercare i cinque nomi mancanti per arrivare alla soglia dei 15 e provare a rimettere tutto in gioco. Ed è a lui che Camilla e Maria hanno consegnato il modulo firmato per chiedere l’iscrizione. All’appello finale, quindi, hanno risposto loro due e altri tre bambini. Abbastanza per rimettere in circolo la speranza.
Così ieri nell’ufficio scolastico provinciale si è tenuta una riunione fra il provveditore Roberto Natale, il sindaco di Teolo, la preside della Don Bosco Barbara Stevanin e, per i genitori, Alessandra Canella. Risultato: il provveditore si è preso un mese di tempo per rivalutare daccapo la questione e magari riattivare il tempo pieno, «se ci saranno i numeri e le richieste delle famiglie», dice un comunicato diffuso dai genitori nel pomeriggio. Non sapeva, il provveditore, che la conferma dei numeri, in sostanza, c’era già grazie a Camilla e Maria.

La prima campanella

«Abbiamo un impegno, ma non abbiamo certezze» è prudente il sindaco. Ma per le due anziane scolare, entrambe vedove e mamme, è tempo di pensare alla prima campanella. Anche se sanno tutte e due leggere e scrivere. Hanno imparato seguendo lezioni di vita.

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