24 febbraio 2019 - 11:18

Pedofilia, Papa Francesco: «Piaga mostruosa, più grave nella Chiesa Prete che abusa strumento di satana»

Il Pontefice interviene alla fine della Messa che conclude l’incontro planetario sulla protezione dei minori e parla di «manifestazione attuale dello spirito del male»

di Gian Guido Vecchi

Pedofilia, Papa Francesco: «Piaga mostruosa, più grave nella Chiesa Prete che abusa strumento di satana»
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È «giunta l’ora» di «affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno sia all’esterno della Chiesa». Alla fine della Messa nella Sala Regia, la celebrazione che conclude l’incontro planetario sulla «protezione dei minori» e gli abusi pedofili, Francesco parla di «crimini abominevoli che vanno cancellati dalla faccia della terra», evoca «i sacrifici pagani» e guarda dentro ma anche fuori la Chiesa: «Siamo dinanzi a un problema universale e trasversale che purtroppo si riscontra quasi ovunque». Certo, premette il Papa: «Dobbiamo essere chiari: l’universalità di tale piaga, mentre conferma la sua gravità nelle nostre società, non diminuisce la sua mostruosità all’interno della Chiesa. La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica».

La pedofilia è «la manifestazione attuale dello spirito del male» e il prete che abusa di bambini diventa «uno strumento di satana». Alla fine del lungo intervento, una sorta di saggio con tanto di bibliografia e statistiche delle organizzazioni internazionali, il Papa elenca sette punti ispirati alle «Best Practices» formulate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: la «tutela dei bambini» (cita le parole di Gesù: «Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare»); la «serietà impeccabile» (cita il suo discorso di Natale alla Curia: «la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso»); una «vera purificazione» (non dobbiamo cadere nella trappola di accusare gli altri, che è un passo verso l’alibi che ci separa dalla realtà); la «formazione» e quindi la selezione dei seminaristi, la necessità di «rafforzare e verificare le linee guida delle conferenze episcopali» perché «abbiamo valore di norme e non solo di orientamenti» («nessun abuso deve mai essere coperto, così come era abitudine nel passato»); l’impegno ad essere vicini e «accompagnare le persone abusate»; infine l’attenzione al «mondo digitale» («occorre qui incoraggiare i Paesi e le Autorità ad applicare tutte le misure necessarie per limitare i siti web che minacciano la dignità dell’uomo, della donna e in particolare dei minori: il reato non gode del diritto alla libertà) e la lotta al «turismo sessuale».

Tuttavia, spiega il Papa, il fenomeno è più ampio dei crimini ecclesiastici: «Il nostro lavoro ci ha portato a riconoscere, una volta in più, che la gravità della piaga degli abusi sessuali su minori è un fenomeno storicamente diffuso purtroppo in tutte le culture e le società. Essa è diventata, solo in tempi relativamente recenti, oggetto di studi sistematici, grazie al cambiamento della sensibilità dell’opinione pubblica su un problema in passato considerato tabù, vale a dire che tutti sapevano della sua presenza ma nessuno ne parlava. Ciò mi porta alla mente anche la crudele pratica religiosa, diffusa nel passato in alcune culture, di offrire esseri umani – spesso bambini – come sacrifici nei riti pagani», sillaba. Del resto, «ancora oggi le statistiche disponibili sugli abusi sessuali su minori, stilate da varie organizzazioni e organismi nazionali e internazionali, Oms, Unicef, Interpol, Europol e altri, non rappresentano la vera entità del fenomeno, spesso sottostimato principalmente perché molti casi di abusi sessuali su minori non vengono denunciati, in particolare quelli numerosissimi commessi nell’ambito famigliare». L’unica cosa certa, aggiunge, «è che milioni di bambini nel mondo sono vittime di sfruttamento e di abusi sessuali».

«Vogliamo che si prendano tutte le misure possibili perché simili crimini non si ripetano», ha detto il Papa all’Angelus. Da domani la Santa Sede e in particolare il comitato organizzatore, assieme alle conferenze episcopali, promettono di mettersi al lavoro per definire una serie interventi e riforme discussi nei tre giorni di incontro dalle gerarchie delle Chiese di tutto il mondo. Ma le associazioni di vittime si aspettavano che il Papa annunciasse già misure definite. Davanti a piazza San Pietro ci sono il portavoce Peter Isely e alcuni membri dell’associazione di vittime «Ending of Clergy Abuse». La prima reazione alle parole di Francesco è di «rabbia» e «grande delusione»: «Nel testo del Papa non c’è nulla, solo parole. Nessuna misura concreta. Dice perfino che la Chiesa si sta interrogando su cosa fare. Sono vent’anni che si interrogano».

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